Le aziende più Green? Samsung e Toshiba
Greenpeace pubblica la settima edizione dell'Ecoguida ai prodotti elettronici verdi. Le aziende "più verdi" sono Samsung e Toshiba, che scavalcano Nokia (terza). Chiude la classifica Nintendo che si piazza al 18° posto mentre Microsoft è in quindicesima posizione.
Redazione GreenCity
Greenpeace pubblica la settima edizione dell'Ecoguida ai prodotti elettronici verdi. Al vertice della classifica si piazzano Samsung e Toshiba, che scavalcano Nokia mentre Nintendo (18esima) rimane in fondo alla
classifica.
All'industria hi-tech Greenpeace chiede di più: prodotti che siano non solo privi di sostanze tossiche, durevoli, riciclabili e gestiti correttamente quando diventano rifiuti ma anche efficienti sul piano energetico.
L'Ecoguida di Greenpeace è stata pubblicata per la prima volta ad agosto 2006. Da allora molte multinazionali si sono attivate per eliminare le sostanze pericolose nelle loro filiere produttive e assumersi la responsabilità di gestire i rifiuti prodotti.
Secondo Greenpeace è ora giunto il momento di fare il passo successivo e assumersi nuovi impegni. L'industria elettronica deve abbattere l'impatto ambientale delle sue filiere anche sul piano del clima, riducendo le sue emissioni di gas serra.
A livello globale le produzioni industriali sono causa del 2 per cento di immissione di CO2 in atmosfera.
La coerenza delle politiche implementate da
Samsung e la piena adozione del
principio di responsabilità del produttore da parte di
Toshiba hanno permesso a queste due aziende di posizionarsi in testa alla classifica. Al contrario multinazionali come
Philips, Panasonic e Sharp continuano a ignorare ogni tipo di responsabilità legata ai rifiuti prodotti dai loro articoli a marchio
.
I miglioramenti adottati da Motorola nelle operazioni di ritiro e riciclo dei prodotti a fine vita hanno fatto passare l'azienda
dalla 14esima alla 12esima posizione dell'Ecoguida. Nokia, non avendo migliorato questo servizio in India e Russia, matura ancora punti di penalità.
Nintendo passa da 0 a 0,3 punti grazie alla politica di gestione dei composti chimici, ma non ottiene alcun punteggio su tutti gli altri criteri.
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