▾ G11 Media Network: | ChannelCity | ImpresaCity | SecurityOpenLab | GreenCity | Italian Channel Awards | Italian Project Awards | ...
Logo ImpresaGreen.it

Green IT ma dove? Greenpeace boccia l'IT ad esclusione di Sony-Ericsson e Sony

Nella speciale classifica Eco-guida (8° edizione) Greenpeace introduce oltre all'efficienza energetica dei prodotti, anche la riduzione delle emissioni durante il processo produttivo. E i risultati sono pessimi per l'industria IT, , ricordiamo, da sola produce il 2% di emissione CO2. Ecco la classifica stilata da Greenpeace e le motivazioni.

Redazione GreenCity

Greenpeace ha introdotto nuovi criteri di valutazione nell'ottava edizione della "Greener electronics guide", l'Ecoguida ai prodotti elettronici, inserendo anche l'impegno delle aziende nella riduzione globale delle emissioni di gas a effetto serra, obbligatoria dopo Kyoto.
In questo aggiornamento, oltre all'efficienza energetica dei prodotti, viene presa in considerazione anche la riduzione delle emissioni durante il processo produttivo.
Diciamo subito che a fronte di queste considerazioni l'IT non se la passa proprio bene. Tutte le 18 aziende classificate perdono punteggio rispetto alla precedente edizione, ottenendo una media di 5 punti su 10.
Solamente Sony Ericsson e Sony superano di poco la metà del punteggio massimo. All'ultimo posto Greenpeace pone Nintendo per non aver fatto nessun progresso nella gestione ed uso di sostanze tossiche e per la riduzione dei gas serra. Al penultimo posto Microsoft, che sebbene abbia tolto alcuni protocolli riguardanti l'utilizzo di composti tossici rimane insufficente nella gestione dell'e-waste e nel risparmio energetico.

[tit: La speciale classifica stilata da Greenpeace e le relative motivazioni]

1) Sony Ericsson
E' in pole position anche se con appena 5,1 punti, un punteggio di poco superiore alla metà. E' la prima azienda ad ottenere un punteggio quasi pieno su tutti i criteri chimici, ad eccezione del fatto di avere, senza ragione, un limite soglia alto per i ritardanti di fiamma a base di bromo in quei prodotti che ne sono probabilmente privi. Tutti i prodotti SE sono privi di PVC già dal 2006 e l'azienda ha bandito l'uso di antimonio, berillio e ftalati a partire da gennaio 2008. Sony Ericsson ha un buon punteggio in merito ai criteri energetici dato che i suoi prodotti sono in linea (e talora addirittura eccedono) lo standard Energy Star. Ma non si posiziona bene sugli altri criteri energetici. La compagnia perde punteggio sulla gestione dei rifiuti elettronici. Riporta un basso tasso di riciclo compreso fra 1%-13%.

2) Sony
Sony, con un punteggio pari a 5,1, lo stesso della precedente azienda, si posiziona però al secondo posto per la sua politica chimica meno efficace. L'azienda ha ancora sul mercato molti prodotti che sono solo parzialmente privi della plastica in PVC e dei ritardanti di fiamma bromurati, come nel caso di tre modelli di videoregistratori e molti modelli di pc VAIO, walkman, videocamere e macchine digitali. Sui rifiuti elettronici, Sony ottiene un buon punteggio grazie al sostegno alla responsabilità individuale del produttore attraverso programmi volontari di ritiro e riciclo dei prodotti e fine vita. L'azienda, inoltre, riporta un tasso di riciclo pari al 53% dei prodotti in commercio, calcolati in base alla vendite passate di TV e pc. Sui criteri energetici, l'azienda ha ancora un buon margine di miglioramento. Ottiene punteggio per aver dato informazioni al pubblico sulle emissioni di gas serra di oltre 200 siti, per riportare la quantità di energia rinnovabile impiegata nel 2006 (1,02% dell'energia elettrica complessiva usata) e per essersi impegnata sui tagli delle emissioni di gas a effetto serra (GHG).

3) Nokia
Nokia risale al terzo posto, anche se mantiene punti di penalità per le scarse pratiche di ritiro e riciclo dei prodotti in disuso (che lo portano a 4,8 punti anziché 5,8). Ulteriori indagini di Greenpeace hanno, infatti, confermato che le informazioni del personale sono ancora carenti in India. Da un punto di vista di gestione chimica, dalla fine 2005 Nokia ha eliminato l'uso del PVC nei nuovi modelli di cellulari e mira ad eliminare i ritardanti di fiamma bromurati da tutti i nuovi prodotti a partire dalla fine del 2009. Nokia si posiziona abbastanza bene sui temi della gestione dei propri rifiuti, anche se riferisce di un tasso di riciclo solo del 2%. 1 Il punteggio sui criteri energetici arriva soprattutto dall'uso di energia rinnovabile: nel 2007, il 25% di energia arrivava da fonti rinnovabili e l'obiettivo di Nokia è arrivare al 50% entro il 2010.

4) Samsung
Samsung si aggiudica il quarto posto con 4,5 punti ottenuti grazie al posizionamento sui criteri energia e rifiuti. Da novembre 2007, tutti i nuovi modelli dei pannelli LCD non sono prodotti con il PVC, impegno che ha portato Samsung ad essere la prima azienda a muoversi in questa direzione facendo da guida a tutto il mercato mondiale verso l'eliminazione di questa plastica. Tutti i nuovi cellulari sono parzialmente privi di ritardanti di fiamma bromurati e l'azienda ha sviluppato una memory card e semiconduttori per alcune applicazioni privi di alogeni. Il punteggio ottenuto sui rifiuti elettronici è favorito dal tasso di riciclo riportato da Samsung e pari rispettivamente a 137% per le TV (basato sulle vendite degli ultimi 10 anni, la vita media del prodotto), 12% per i computer (basato su una durata di 7 anni) e 9% per i cellulari (basato su una vita media di due anni). L'azienda fa anche un buon uso della plastica riciclata che è del 16,1% anche se solo 0,2% deriva da plastica post-consumo. Per gli aspetti relativi a energia, Samsung non si posiziona affatto bene perchè fornisce solo informazioni sulle emissioni di GHG in Corea, dove si svolgono la maggior parte delle operazioni dell'azienda.

5) Dell
Dell si trova in quinta posizione, grazie al corrente punteggio su chimica e gestione rifiuti, mentre poco ha acquistato sui criteri energetici. L'azienda ha già in commercio modelli privi di PVC e ritardanti di fiamma bromurati e riporta tassi di riciclo del 12,4%, basati sulle vendite di 7 anni fa. Sui criteri energia, Dell acquista punti grazie al fatto che oltre il 42% dei laptop e il 57% dei desktop commercializzati a partire dal 20 luglio 2007 sono conformi ai requisiti dettati dallo standard Energy Sta. Inoltre, l'azienda fornisce informazioni sulle emissioni di gas serra dovute alle sue operazioni globali.

[tit: Dal sesto al decimo posto]

6) Toshiba
Toshiba si posiziona al sesto posto con 4,3 punti maturati soprattutto per il suo impegno di trovare alternative più sicure a ftalati, berillio e antimonio entro il 2012. Una buona politica chimica anche se adottata solo per i computer. L'azienda ha già in commercio portatili con schede elettroniche prive di ritardanti di fiamma bromurati, prodotti certificati EcoMark senza PVC ed altre componenti prive di queste sostanze dannose. Toshiba non si posiziona allo stesso modo riguardo la gestione dei suoi rifiuti, anche se riferisce di un tasso di riciclo del 12% per TV e PC (dato però ottenuto sulle attuali vendite e non quelle del passato). Su energia, Toshiba acquista punti grazie alle informazioni rilasciate sulle emissioni di gas serra dovute alle sue operazioni e per essersi impegnata verso una riduzione assoluta di queste emissioni.

7) Acer
Acer si divide la settima posizione con Panasonic, con un punteggio pari a 4,3, grazie al suo impegno di eliminare ftalati, berillio e antimonio in tutti i suoi prodotti a partire dal 2012. 2 L'azienda non si posiziona bene in merito alla gestione dei suoi rifiuti, anche se riporta un tasso di riciclo del 31,7% basato sulle passate vendite ma solo per desktop e notebook venduti e riciclati in Taiwan. Sugli aspetti energetici, Acer si è impegnata sull'efficienza energetica. Dal 20 luglio 2007, il 75% dei notebook, il 10% dei desktop e il 100% dei monitor LCD sono conformi ai requisiti previsti dallo standard Energy Star.

7) Panasonic
Panasonic è in settima posizione, insieme ad Acer, con 4,3 punti, la maggior parte dei quali ottenuti per i criteri sulla chimica. Ha aggiunto sei nuovi gruppi di prodotti alla sua già vasta lista di articoli privi di PVC, come lettori e registratori DVD, home cinema, lettori video e modelli di illuminazione. In questo settore, l'azienda fornisce due esempi di prodotti senza ritardanti di fiamma bromurati, lampade da soffitto e da cucina fluorescenti. Nonostante la commercializzazione di alcuni prodotti privi di sostanze pericolose, Panasonic deve ancora impegnarsi nell'eliminazione completa di queste sostanze dal suo intero range di prodotti. L'azienda ottiene uno scarso punteggio sul piano dei rifiuti e di poco superiore in merito ai criteri energetici. Panasonic fornisce informazioni sulle emissioni di gas serra (GHG) dovute alle sue operazioni e si è impegnata verso una riduzione assoluta di queste emissioni. Ottiene un buon punteggio sull'efficienza energetica con il 99,2% dei principali modelli di TV, lanciati nel 2005, che sono conformi a Energy Star (di cui il 64% va oltre i requisiti imposti da questo standard). Il 100% di PC commercializzati a partire dal 2007 sono in linea allo standard Energy Star (di cui il 30% va oltre i requisiti imposti da questo standard). Nonostante l'ottima performance, Panasonic non ottiene pieno punteggio nell'efficienza energetica per non fornire dati sugli alimentatori esterni usati nei cellulari in vendita.

9) Motorola
Motorola detiene la nona posizione insieme a HP, con un punteggio pari a 4,3 ottenuto su tutti i criteri. L'azienda ha commercializzato 55 modelli di cellulari con circuiti stampati privi di ritardanti di fiamma a base di bromo. In tema gestione dei rifiuti, Motorola riporta di un tasso di recupero dei vecchi prodotti pari al 3% del totale dei cellulari venduti nel 2005. Motorola si posiziona relativamente bene sugli aspetti energetici grazie alle informazioni fornite sulle emissioni di gas serra, che si è impegnata a ridurre, all'uso di energia rinnovabile (pari al 5,4% del totale di energia impiegata nel 2007) e all'efficienza energetica dei suoi prodotti. Da marzo 2007, tutti i caricabatteria dei cellulari Motorola si allineano allo standard Energy Star livello 4 (che però è entrato in vigore nel 2005). Negli Stati Uniti, tutti i cellulari hanno caricabatteria che eccedono i requisiti previsti da ENERGY STAR Tier 2 - ma cosa succede per i prodotti venduti al di fuori degli US?

9) HP
HP si divide la nona posizione con Motorola, con un punteggio di 4,3, grazie alla sua politica chimica e di gestione dei rifiuti. Anche se l'azienda ha identificato una scadenza, il 2009, entro cui eliminare il PVC e tutti i ritardanti di fiamma bromurati, si tratta solo di un impegno rivolto alle componenti dei computer e non a tutti i suoi prodotti. Inoltre, HP non ha ancora sul mercato articoli privi totalmente delle sostanze più pericolose. Sui rifiuti elettronici, HP riporta una percentuale di riuso e riciclo del 15% ma riferito solo ad alcune vendite fatte nel 2007 e afferma di usare solo in parte plastica riciclata. 3 HP dà informazioni sulle emissioni di gas serra dovute alle sue operazioni e si è impegnata a ridurre le proprie emissioni a livello globale al 16% sotto il livelli del 2005 entro il 2010

[tit:Dalla undicesima alla quindicesima posizione]

11) Apple Apple si posiziona all'undicesimo posto grazie al fatto di aver messo in commercio prodotti con componenti prive di composti ritardanti di fiamma e di plastica in PVC. I nuovi modelli di iMac e di MacBook Air, per esempio, hanno custodie e lamine dei circuiti stampati senza bromo, e cavi interni privi di PVC. Millioni di iPods hanno componenti prive di bromo e il MacBook Air ha il display LCD senza arsenico e mercurio, quest'ultimo assente anche in alcuni MacBook Pros. Apple ha un punteggio basso sui criteri energetici, ad eccezione del tasso di riciclo che nel 2006 si attesta al 9,5% dellit: dalle vendite di 7 anni fa. L'azienda si posiziona leggermente meglio su aspetti relativi a energia, dove acquisisce punti solo sull'efficienza energetica. Tutti i desktop, portatili e display seguono lo standard Energy Star 4.0 e gli adattatori di iPod e iPhone non solo eccedono lo standard Energy Star, ma addirittura sono conformi ai regolamenti molto più severi imposti dalla California, che entreranno in vigore dal 1 luglio 2008.

12) Sharp
Sharp si aggiudica il 12esimo posto con 3,9 punti grazie alle pratiche e politiche sulla chimica pericolosa. L'azienda ha commercializzato molti modelli di TV a LCD e moduli solari che sono privi di PVC e si è impegnata ad eliminare gli ftalati da tutti i suoi prodotti dalla fine del 2010. In tema rifiuti, Sharp perde punti per la scarsa informazione che fornisce ai clienti su cosa fare con i prodotti in disuso e l'uso ridotto di plastica riciclata nei suoi articoli. Sharp fornisce informazioni sulle emissioni di GHG e si posiziona bene sull'efficienza energetica avendo la maggior parte delle TV LCD coerenti con i requisiti Energy Star, con oltre il 60% dei modelli di cui almeno il 30% più efficienti dello standard base Energy Star baseline (e con un quarto dei modelli più efficienti del 50%).

13) Lenovo
Lenovo si posiziona al 13esimo posto con 3,9 punti, ottenuto sul piano chimico. L'azienda ha già messo sul mercato articoli privi di PVC e ritardanti di fiamma, ma si deve impegnare sull'eliminazione berillio, antimonio e ftalati. Sui criteri relativi a gestione rifiuti, Lenovo riporta tassi di riciclo del 2,16% del peso dei prodotti venduti nel 2007 e del 7.74% del peso dei prodotti venduti nel 2000. Lenovo informa sulle emissioni di GHG prodotte dalle sue operazioni nel 2007, anche se i dati non sono stati verificati esternamente. L'azienda prende un punteggio doppio sull'efficienza energetica per avere tutti i modelli di notebook, desktop and monitor in linea con quanto previsto dalla standard corrente di Energy Star (sebbene gli articoli siano stati messi in commercio quando vigeva Energy Star 4).

14) Philips Philips è in quattordicesima posizione, con 3,7 punti, avendo registrato un punto di penalità per il doppio standard sulla responsabilità individuale del produttore: sul sito web, infatti, Philips riconosce l'importanza di questo principio, mentre negli Stati Uniti l'azienda è membro della "Coalizione di produttori di elettronica per il riciclo responsabile", che promuove le ARF (Advanced Recycling Fees), ovvero tasse per il riciclaggio che dovrebbero essere sostenute dal consumatore (contrariamente a quello che sostiene il principio di responsabilità individuale del produttore). L'azienda inoltre non ottiene punti sui criteri relativi alla gestione dei propri rifiuti. 4 Philips ottiene un buon punteggio sui criteri relativi a chimica e energia. Sul piano chimico, Philips vuole eliminare tutti gli ftalati e l'antimonio entro la fine del 2010. L'uso di berillio e dei suoi composti è già stato limitato e l'arsenico sta per essere bandito dalle TV e altri display prodotti a partire dal 2008. Philips ottiene il punteggio più alto sui criteri energetici rispetto alle altre aziende. Fornisce informazioni delle proprie emissioni testate di gas serra e si è impegnata a tagliare queste emissioni del 25% a partire dal 2012 (prendendo come anno di riferimento il 2007). Inoltre, il 10% dell'energia impiegata nel 2007 arriva da fonti rinnovabili. Anche se l'azienda si posiziona bene sull'efficienza energetica con il 71% di tutti i modelli TV sul mercato statunitense conformi allo standard Energy Star, questi dati si riferiscono solo ai modelli in vendita negli US e non a quelli in vendita in tutto il mondo. Il 10% dei caricabatteria sono in linea ai requisiti Energy Star.

15) Fujitsu Siemens Computers
Fujitsu Siemens Computers arriva in 15esima posizione con 3,7 punti, di cui la maggior parte ottenuti per la sua politica chimica. FSC vende diversi prodotti certificati che sono privi di alogeni nelle parti in plastica, nei circuiti stampati e nei cavi di alimentazione, ma non si trova informazione in merito all'uso o meno di PVC. L'azienda ottiene un punteggio basso sui criteri relativi alla gestione dei rifiuti e ancor peggio su quelli energetici. FSC riporta tassi di riciclo del 22,5% basati sulle passate vendite (usando come vita media di un computer 7 anni), ma i dati si riferiscono solo alla Germania. L'obiettivo dell'azienda è di arrivare al 25% di riciclo entro il 2010. Sul piano dell'energia, FSC prende punti solo per il sostegno dato al taglio obbligatorio delle emissioni di gas serra a livello globale di almeno il 50% entro il 2050 (rispetto ai livelli del 1990) e di tagli fatti nei paesi industrializzati di almeno il 30% come gruppo entro il 2020.

[tit:Le ultime della classe]

16) LG Electronics
LG Electronics si trova in sedicesima posizione con 3,3 punti ottenuti solo sui criteri relativi a chimica e rifiuti (zero punti sul criterio energia). LGE ha lanciato sul mercato nuovi modelli di cellulari con custodie, imballaggi e pannelli a circuito stampato privi di alogeni. L'azienda fornisce dati sul riciclo dei propri rifiuti in Europa, Asia e Nord America in rapporto alle attuali vendite registrate in questi paesi. A livello globale, il tasso di riciclo per tutte le componenti IT è del 13,2%, mentre quello relativo al consumatore, che include anche i televisori, è del 13,7%.

17) Microsoft
Microsoft si posiziona al diciassettesimo posto, con un basso punteggio di 2,2 ottenuto principalmente sui criteri chimici. L'azienda, infatti, ha già identificato la fine del 2010 come scadenza entro cui eliminare gli ftalati. Sui criteri relativi ai rifiuti, Microsoft acquista pochi punti per il sostegno, seppur debole, alla responsabilità individuale del produttore. Sugli aspetti energetici, l'azienda riferisce solo i dati dell'emissione di CO2 dalle sue operazioni, senza prendere alcun impegno.

18) Nintendo
Nintendo rimane ancora in fondo alla classifica, in diciottesima posizione, con un punteggio pari a 0,8 su un massimo di 10 punti. L'azienda non ottiene punti sui criteri 5 6 relativi alla gestione dei rifiuti, mentre ne acquista sul piano chimico, avendo bandito gli ftalati e monitorando l'uso di antimonio e berillio. Nintendo fornisce informazioni sulle emissioni di anidride carbonica (CO2) e si impegna nel taglio di CO2 e di altri gas serra del 2% rispetto a quanto emesso l'anno precedente. L'azienda riconosce che un aumento del business porterebbe comunque ad un aumento del 6% delle emissioni di CO2 registrate nel 2006.


Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di ImpresaGreen.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Pubblicato il: 27/06/2008

Tag: