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Telefonino ed onde elettromagnetiche: fanno davvero paura?

Telefono cellulare e onde elettromagnetiche: solo uno spauracchio o veramente un pericolo per la nostra salute? Ma come si misura il livello di radiazioni emesso e cosa dicono le normative al riguardo?

Redazione GreenCity

Una delle grandi paure di questo decennio è il possibile danno alla salute derivante dall’uso dei telefoni cellulari.
L’estrema diffusione di questi apparecchi elettronici - in meno di tre lustri sono passati da zero ad oltre il 100% della popolazione, ovvero ci sono più telefonini che persone – ha sollevato la questione  dell’effetto che le onde elettromagnetiche possono avere.
Le opinioni in proposito sono variegate: si passa dall’assoluta indifferenza alla preoccupazione più profonda. Le leggende metropolitane che avvertono di rischi e gravi conseguenze sul nostro corpo derivanti dall’uso di questi strumenti abbondano: si va dall’insorgere di tumori al cervello al pericolo – per i maschietti – di diventare impotenti se si ha l’abitudine di tenere il cellulare nella tasca dei pantaloni. La diffusione degli auricolari, se da un lato permette di scongiurare il rischio – presunto? – di sottoporre il cervello ad una pioggia di onde elettromagnetiche, dall’altra si dice costituisca un rischio per il cuore (visto che moltissimi usano tenere l’apparecchio nel taschino della camicia o della giacca, per accorciare il filo dell’auricolare). E queste sono solo alcune delle tantissime voci incontrollate ed incontrollabili, a proposito dell’uso o dell’abuso di questo strumento di comunicazione.

[tit:E la Scienza cosa dice sulla questione?]In realtà, gli scienziati non danno una risposta definitiva. Giustamente, perché questa particolare tecnologia è ancora agli inizi nella sua diffusione tra la popolazione – dieci anni soltanto – mentre per poter emettere un giudizio che abbia fondamento scientifico occorrerebbe una serie di dati che coprisse almeno un paio di generazioni. L’impossibilità di emettere un giudizio scientifico definitivo fa entrare in gioco il principio della “limitazione del rischio”, a cui ci si deve – o dovrebbe – attenere in tutte quelle situazioni in cui esiste incertezza su cause e conseguenze. Come dice il Environmental Working Group “finché gli scienziati non avranno maggiori conoscenze sulle radiazioni emesse dai telefoni cellulari, è consigliabile per i consumatori acquistare apparecchi con il livello di emissione il più basso possibile”. L’istituto di ricerca americano non si limita a dare questo consiglio: dice anche quali modelli corrispondono a questo consiglio, e quali invece andrebbero evitati, sempre in base al principio della limitazione del rischio.
Quello con il più basso livello di emissioni risulta essere Audiovox xv6600, uno smartphone in grado di emettere “soltanto” 0,12 W/kg. A seguire, una coppia di Motorola (V100 e V101, entrambi con 0,14 W/kg) e il Sony Ericcsson T292a con 0,15. Scorrendo la classifica, si arriva fino ai Motorola v325xi, v325i e v323e, tutti con un valore di emissioni elettromagnetiche di 1,60 W/kg.

[tit:Ma cosa significano i numeri?]A questo punto occorre anche spiegare cosa significano questi numeri. W/kg è la sigla di Watt per chilogrammo, unità di misura che indica il valore della SAR (Specific Aborption Rate, o Velocità Specifica di Assorbimento), ovvero la velocità con cui il corpo umano assorbe l’energia emessa da una fonte elettromagnetica (nel nostro, il telefono cellulare, ma la stessa unità di misura viene utilizzata anche per le macchine che eseguono scansioni totali o parziali del corpo umano in medicina). La legislazione USA prevede un livello massimo di 1,6 W/kg. Quella dell’Unione Europea è maggiormente favorevole ai produttori, consentendo di arrivare fino ai 2 W/kg.
Entrambe le normative sembrano essere in netto ritardo rispetto agli sviluppi tecnologici: come possiamo vedere dall’elenco rilasciato dall’EWG, sono ben 318 i modelli che emettono meno di 1,00 W/kg, e 55 si fermano a meno di 50 W/kg.
Una considerazione: Audiovox xv6600 emette 0,12 W/kg, a fronte di un limite UE di 2 W/kg: una riduzione del 94%, quasi un azzeramento, rispetto a quanto la legge consente. Considerato il peso, in termini economici, che il contenimento di queste emissioni può avere sui costi totali del processo di produzione di un telefono cellulare, il fatto che le aziende si siano impegnate a ridurre questi valori in tale misura sembra proprio voler dare ragione a chi sostiene la pericolosità di queste onde elettromagnetiche.




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Pubblicato il: 21/09/2009

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