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Wwf, il futuro è nel “white biotech”

Secondo la divisione danese del Wwf, la ricerca nella “white biotechnology” (o biotecnologia industriale) potrebbe apportare numerosi benefici nella lotta al cambiamento climatico: l’associazione ipotizza una riduzione delle emissioni tra 1 e 2.5 miliardi di tonnellate all’anno.

Redazione GreenCity

Fino a poco tempo fa per avere panni puliti bisognava puntare la lavatrice ad almeno 60 gradi; oggi possiamo ottenere lo stesso risultato anche a 30 gradi, grazie a nuovi detersivi contenenti enzimi sviluppati da laboratori di biotecnologia.
Questo è solo un esempio dell’utilità della cosiddetta “white biotechnology” –o biotecnologia industriale- che con le sue scoperte permette di ridurre notevolmente i consumi di energia.
Secondo la divisione danese del Wwf, tale campo di ricerca ha un potenziale molto alto nella lotta al cambiamento climatico: l’associazione ipotizza una riduzione delle emissioni tra 1 e 2.5 miliardi di tonnellate all’anno.
Il report pubblicato dall’associazione identifica le innovazioni principali apportati dalla ricerca biotecnologica industriale nell’ottica della sostenibilità industriale: generale miglioramento dell’efficienza; sostituzione dei combustibili fossili con i biofuel; sperimentazione di nuovi materiali bio-plastici, come quelli ottenuti dalle biomasse; impiego di materiali di scarto per la produzione di energia.
Lo studio sottolinea la necessità di nuove politiche che incoraggino lo sviluppo della ricerca, attraverso maggiori finanziamenti e cambiamenti legislativi. .

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Pubblicato il: 21/09/2009

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