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Copenhagen, vincitori e vinti

Redazione GreenCity

Chi vince... ...chi perde...
USA La dichiarazione non introduce ulteriori obbligazioni rispetto a quanto Washington già prevede di fare sul piano interno. Sul piano internazionale, l'atteggiamento degli Stati Uniti sul contenimento delle emissioni non farà altro che rispecchiare quello interno. Obama è riuscito ad ottenere che anche i paesi in via di sviluppo – Cina e India soprattutto – debbano sottoporsi a verifica internazionale sui risultati rispetto alla limitazione delle emissioni. Come questo controllo verrà fatto, però, è tutto da vedere... La "bolletta" - ovvero, gli aiuti finanziari - USAai paesi in via di sviluppo saranno molto più bassi (1/3 circa) rispetto a Unione Europea e Giappone. Come dire, chi più inquina, meno paga...Ma Obama ha saputo fare leva sul potere politico ed economico di Washington. Cina e India Grandi economie emergenti, grandi paesi inquinatori: le loro politiche economiche sono improntate ad un permissivismo quasi totale, protezione dell'ambiente e sostenibilità (e salute umana) sono di fatto assenti. Ma l'accordo raggiunto a Copenhagen non li nomina tra i "colpevoli" dei cambiamenti climatici in corso, anzi di fatto consente loro di proseguire come nulla fosse. Certo, dovranno sottoporsi a verifica dei risultati raggiunti in materia di contenimento delle emissioni...ma si tratta di "autocertificazione". Unione Europea Non è riuscita ad ottenere che l'accordo fosse legalmente vincolante per tutti i paesi aderenti. Rispetto agli Stati Uniti inquina meno, emette meno gas serra, è più efficiente nell'uso dell'energia...e pagherà tre volte tanto in trasferimenti finanziari ai Paesi in Via di Sviluppo (Fast Start)! Piccoli Paesi-arcipelago Come per l'Unione Europea, vale anche per loro la considerazione che l'accordo manca di un vincolo legale. Puntare sulle singole politiche nazionali significa, invece che su un piano di intervento globale, comporta il grande rischio che il riscaldamento globale arrivi fino a 3,5°C: con questi numeri, molti di loro rischiano di sparire, inghittiti dall'acqua. Ma sono troppo deboli, poveri, senza risorse culturali e divisi per potersi opporre. Tant'è che le Maldive, per esempio, hanno sottoscritto la dichiarazione.
...e chi pareggia
Un aumento fino a 3,5°C porrebbe a rischio l'intero continente. Ma il sistema dei finanziamenti Fast Start li individua come maggiori destinatari dei 100 miliardi di dollari promessi...e questo basta per fargli digerire l'accordo.


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Pubblicato il: 19/01/2010

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