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No al nucleare, Legambiente e Greenpeace in prima fila

In occasione dell'anniversario del disastro di Cernobyl, Legambiente e Greenpeace si sono mobilitate per indurre nei cittadini una profonda riflessione sulla questione del nucleare.

Redazione GreenCity

Mobilitazione contro il nucleare: le organizzazioni ecologiste tentano di smuovere l'opinione pubblica a riflettere sulle ripercussioni dell'apertura del nucleare.
Nell'anniversario del tragico incidente di Cernobyl sono infatti stati organizzati diversi eventi sul tema dell'energia atomica: numerose iniziative, organizzate in modo da coinvolgere i cittadini e indurli a riflettere su quanto accaduto a Cernobyl 24 anni fa e su cosa cambierebbe se l'Italia optasse per questa forma di energia.
Legambiente e Greenpeace sono in prima fila in questa mobilitazione; come spiega Stefano Ciafani, responsabile scientifico di Legambiente: "Vogliamo fare chiarezza sui rischi reali che i cittadini corrono nel caso di un'installazione di una nuova centrale atomica sul proprio territorio. Il nostro governo ha firmato più di un anno fa con quello francese un accordo per realizzare 4 reattori di tecnologia Epr, a cui se ne dovranno aggiungere altrettanti per arrivare al 25% di elettricità prodotta dall'atomo. Ma è bene sapere che, oltre a non essere stata ancora risolta in alcun modo la questione delle scorie, l'ordinaria attività di una centrale rilascia piccole dosi di radioattività che contaminano il terreno, l'acqua, l'aria circostante, finendo così nella catena alimentare. Il nucleare è quindi una minaccia per la sicurezza dei territori anche in assenza di incidenti".
Come spiega l'associazione ambientalista in un comunicato: "Secondo uno studio dell'Ufficio federale tedesco per la protezione dalle radiazioni, più si vive vicino alle centrali nucleari e maggiore è il rischio di contrarre malattie gravi. Per i bambini che vivono entro 5 chilometri da una centrale nucleare, la possibilità di contrarre la leucemia aumenta rispetto ai coetanei che vivono a una distanza di oltre 50 chilometri. E' forse per questo che il nostro governo prevede compensazioni economiche per i territorio che ospiteranno le centrali?Inoltre, la tecnologia Epr (European Pressurized (Water) Reactor - Reattore europeo ad acqua pressurizzata), un reattore a fissione nucleare da oltre 1.600 MWe concepito dalle aziende Siemens e Framatome nei primi anni 90 e portato avanti ora dalla francese Areva, descritto nel nostro Paese come un gioiello tecnologico, non ha risolto nessuno dei problemi noti da decenni. In particolare, a novembre 2009 le Autorità per la sicurezza nucleare francese, finlandese e britannica hanno evidenziato delle gravi lacune nel sistema di sicurezza dell'Epr e ordinato alla società costruttrice di modificare pesantemente il progetto.".
Da quanto riportato emerge l'opinione di Legambiente sull'ipotesi dell'apertura al nucleare: sono funzionali a ciò i dati sui rischi alla salute delle persone.
Greenpeace, per ricordare i danni prodotti dalla centrale di Cernobyl, si è recata a Montecitorio, dove alcuni attivisti, vestiti con tute bianche e maschere antigas, hanno allestito una mostra fotografica sulle conseguenze dell'incidente.
Come suggerito da una nota pubblicata sul sito dell'associazione "Il 26 aprile 1986 a Cernobyl si verificò il più grave incidente nucleare della storia, con una violenta esplosione che rilasciò in atmosfera cento volte la radioattività sprigionata dalle bombe atomiche sganciate su Hiroshima e Nagasaki. La nube radioattiva arrivò fino in Europa Centrale e in Italia.".
Greenpeace ha voluto quindi ricordare il passato, affinché faccia riflettere sulle scelte da attuare in futuro: "Oggi il Governo intende imporre all'Italia il nucleare e si prepara a una campagna di disinformazione sui rischi e i costi di questa pericolosa tecnologia. Così, non solo dimostra di non curarsi della volontà espressa dai cittadini, ma anche di non avere imparato nulla dagli errori passati. Le centrali francesi Epr che il governo vorrebbe far costruire in Italia sono state dichiarate carenti nel sistema di controllo dalle autorità di sicurezza francese, britannica e finlandese. Inoltre, secondo i documenti resi noti dall'associazione francese "Sortir du nucleaire", potrebbero essere pericolose quanto quella di Cernobyl, perché sottoposte al rischio di analoghi incidenti", si legge sul sito del movimento.


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Pubblicato il: 26/04/2010

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