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I prossimi cinque anni, secondo IBM

Il mondo tra cinque anni è lo scenario che IBM, alla fine di ogni anno, si diverte a tracciare, in quella che ha denominato The Next Five in Five, ovvero i cinque principali punti di sviluppo nei prossimi cinque anni.

Franco Cavalleri

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Come sarà il mondo tra cinque anni? Quali sono gli scenari più probabili che avranno la maggiore influenza sulla nostra vita quotidiana?
Alla fine di ogni anno IBM, il gigante USA della tecnologia – e non solo di quella IT – si cimenta a rispondere a questi quesiti, in quella che ha denominato The Next Five in Five, ovvero i cinque principali punti di sviluppo nei prossimi cinque anni. Una serie che è ormai arrivata a coprire un intero lustro (è difatti iniziata nel 2006) e rappresenta, quindi, un ottimo punto per comprendere il nostro mondo e come si sviluppa.
Nelle passate edizioni dei the Next Five in Five, l'attenzione di IBM si è concentrata su argomenti e tecnologie come la possibilità di un internet in 3-D, lo sviluppo delle cellule fotovoltaiche, il negozio digitale con tanto di un shopping assistant personale (il sogno di ogni donna!) o nuovi materiali in grado di rendere indipendente un immobile dal punto di vista della produzione di energia e del trattamento dei rifiuti (liquidi o solidi). Altri punti toccati negli scorsi anni, un web 'parlante' e la diffusione dell'e-commerce attraverso i telefoni cellulari.
Quante di queste previsioni si sono effettivamente realizzate? Non poche, a partire dalla diffusione di tecnologie di comunicazione e di collaborazione personalizzate grazie ai dispositivi quali iPad, iPhone, tablets, tutti strumenti che solo cinque anni fa erano quasi un sogno mentre oggi consentono a milioni di utenti di fare praticamente qualunque cosa - lavorare, comunicare, fotografare, distribuire notizie e informazioni, leggere giornali e libri, ordinare da bere, acquistare, prenotare alberghi o visite mediche specialistiche e quant'altro ancora possa venirci in mente – in modo assolutamente indipendente dallo spazio e dal tempo.
Non c'è nulla di azzardato e nessuna stregoneria in quanto IBM scrive, soltanto la capacità dei suoi analisti e ricercatori di saper 'leggere il mondo' e tradurre in realtà i sogni e le speranze di miliardi di persone e aziende. Vediamo cosa 'prevede' Big Blue per i cinque anni a venire.


[tit: Next Five in Five 2010]
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I cinque punti di quest'anno si concentrano su:

1 - quello che potremmo chiamare la democratizzazione della scienza, o per meglio dire dell'osservazione scientifica;
2 - sullo sviluppo delle tecnologie 3-D
3 - la produzione di batterie di nuova generazione, in grado di fornire energia per un giorno intero o di ricaricarsi da sole (permettendo di risparmiare preziose risorse ambientali!)
4 - come i computer e la tecnologia ICT in genere possa aiutarci a migliorare la gestione dell'energia nelle aree urbane, alzando contemporaneamente anche la qualità della nostra vita
5 - la possibilità di personalizzare il modo in cui viaggiamo, a vantaggio soprattutto di chi si sposta ogni giorno per lavoro, i pendolari.


Partiamo proprio da quest'ultimo punto, che tutti noi in qualche modo viviamo.
Immaginate di potervi spostare su autostrade, superstrade e tangenziali caratterizzate da traffico scorrevole, o in metropolitane non affollate. Niente ritardi, niente problemi di funzionamento, niente fermi per guasti, niente incidenti. Tecnologie di advanced analytics vi forniscono informazioni e consigli completamente personalizzati, in base alle vostre esigenze di spostamento, permettendovi di arrivare a destinazione senza alcun ritardo. Questo grazie a sistemi di controllo del traffico del tipo adaptive, in grado di apprendere e memorizzare le caratteristiche di ciascun viaggiatore – destinazione, percorsi, orari e tempi preferiti, modalità di spostamento, budget dedicato al viaggio – confrontandoli con i mezzi a disposizione (autobus, metropolitane, treni urbani e non, taxi) e le condizioni di viaggio, costruendo una proposta ideale in grado di coniugare le esigenze del viaggiatore e quelle della sicurezza. Quasi un sogno, per chi come noi è abituato a code, incidenti, ritardi, cancellazioni e quant'altro fa parte del panorama di un giorno normale dei trasporti in Italia.
Tecnologie e sistemi che fanno parte di un disegno più ampio, dedicato alla gestione delle aree urbane e all'innalzamento della qualità della vita per chi in città vive, studia e lavora, sintetizzate nel punto quattro dei The Next five in Five del 2010. Parte preponderante di questo disegno è incentrato sulla possibilità di gestire l'energia necessaria per riscaldare i nostri palazzi, i nostri uffici e le nostre case in inverno e raffreddarli d'estate. Materiali di nuova generazione potrebbero aiutarci a diminuire l'energia necessaria per case, uffici e fabbriche, magari portandola a zero (come vuole l'Unione Europea a partire dalla fine di questa decade). Oppure potremmo fare affidamento sull'energia in eccesso prodotta da grandi centri come i datacenter, che da idrovore affamate di energia quali sono oggi – il 2-3% dell'energia consumata ogni anno nel mondo va ad alimentare i datacenter – si trasformerebbero in fornitori di energia per un'intera città.
Un progetto-pilota attualmente in corso si propone di risparmiare fino a 30 tonnellate di emissioni di biossido di carbonio (CO2) all'anno, equivalenti alla riduzione dell'85% dell'impronta ecologica di un datacenter. Canali piccolissimi, praticamente dei capillari, portano l'acqua necessaria al raffreddamento direttamente nei microchip, la fonte della produzione di calore. In questo modo, si raggiunge un livello di efficienza nel raffreddamento molto superiore quella di oggi. Riscaldata fino a 60°C, l'acqua viene poi inviata ai sistemi di riscaldamento dei palazzi collegati, permettendo di riciclare le emissioni di calore senza disperderle nell'atmosfera.
Cose da grandi scienziati? Probabilmente sì, ma IBM dà grande importanza e valore al contributo che ciascuno di noi può dare. Perchè "non c'è bisogno di essere uno scienziato per salvare il mondo", dice lo slogan che riassume il primo punto dei The Next Five in Five di quest'anno. I software per il controllo e la gestione delle risorse e dei sistemi delle nostre aree urbane hanno bisogno di informazioni, e le vogliono il più possibile in tempo reale. Ecco allora che diventa fondamentale il contributo che ognuno di noi può dare, grazie ai dispositivi e alle tecnologie di comunicazione e collaborazione. Telefoni cellulari, iPhone, iPad, tablets, sensori di vario genere disponibili anche su automobili e veicoli vari, tutto quanto ci può permettere di registrare eventi, situazioni, dati e comunicarli, acquista un grande valore quando l'obiettivo è la conoscenza il più approfondita possibile della realtà. Nei prossimi cinque anni, secondo IBM, nascerà e crescerà una nuova generazione di scienziati, i cittadini-scienziati, capaci di fornire enormi quantità di dati ai laboratori di ricerca e di gestione.
E a proposito di comunicazione e collaborazione, il prossimo lustro vedrà lo sviluppo di modelli tridimensionali, ologrammi sullo stile di quelli che una volta si vedevano solo nei film della serie Guerre Stellari. I ricercatori sono al lavoro per rendere 'comuni' tecnologie di video chat 3-D, usando raggi laser e ricostruendo tecniche simili a quelle che i nostri stessi occhi utilizzano per visualizzare il mondo che ci circonda.
Tutti sistemi e applicazioni che richiedono energia, molta energia. Anche quando si propongono di aiutarci a risparmiare energia. Ecco allora che si affacciano sulla scena nuovi tipi di batterie, in grado di fornirci l'energia di cui abbiamo bisogno in maniera molto più efficiente. Come le batterie di nuova generazione che IBM stessa sta studiando per laptop e dispositivi portatili in genere. Gli sviluppi delle tecnologie di transistor e batterie permetteranno, entro i prossimi cinque anni, di produrre macchine e dispositivi in grado di funzionare con un decimo della potenza rispetto a quelli odierni. Non solo, ma avremo batterie che useranno l'aria che ci circonda per causare reazioni in grado di produrre energia.
Da parte sua, l'Unione Europea sta investendo 5,5 milioni di dollari per arrivare ad un nuovo tipo di transistor, il mattone che sta alla base di tutto il mondo dell'elettronica. L'obiettivo è semplice: ridurre la quantità di energia necessaria per alimentare il singolo transistor a meno di 0,5 volt. Un risultato che si potrebbe ottenere grazie alla tecnica dello energy scavenging, in italiano 'scavare energia dai rifiuti', ovvero recuperare tutte quelle piccole quantità di energia che, sommate insieme, diventano enormi: in teoria, con soli 4 computer sarebbe possibile fornire energia ad una città. Quanto sia reale questo obiettivo, lo sapremo nel breve volgere di cinque anni.

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Pubblicato il: 10/01/2011

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