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Due indagati per lo sversamento di idrocarburi nel Lambro

Giuseppe e Rinaldo Tagliabue sono ritenuti dai Pm di Monza responsabili del disastro ambientale del febbraio 2010: lo sversamento di 2.600 tonnellate di idrocarburi nel Lambro.

Redazione GreenCity

Due indagati per la marea nera che giusto un anno fa infestò le acque del Po e del Lambro: 2.600 tonnellate di idrocarburi finite nella notte tra il 23 e il 24 febbraio scorso o prima nell'affluente poi nel Grande Fiume. Loro sono Giuseppe e Rinaldo Tagliabue, 54 e 49 anni, titolari della Lombarda Petroli di Villasanta e per questo motivo soprannominati gli "Onassis della Brianza".

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I pubblici ministeri di Monza, Emma Gambardella e Donata Costa, continueranno negli interrogatori e l'accusa sarebbe di sottrazione all'accertamento o al pagamento della tassa sugli idrocarburi e sono sospettati persino di aver favorito lo sversamento.
Il sospetto si fonderebbe anche sulla dimissione dell'impianto e la zona residenziale che sarebbe dovuta nascere sui quei terreni del gruppo Addamiano che avrebbe dovuto prendere il nome di Ecocity.

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Proprio poco prima del passaggio infatti, la Lombarda Petroli, era passata da 300 operai a poco più di 10.  Le quantità di idrocarburi stoccate erano sempre considerevoli, secondo i Pm, ma non venivano segnate nei registri contabili: ciò faceva sì che non venissero versate tasse per quella quantità di carburanti o oli industriali.

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A distanza di un anno continuano dunque le inchieste relative al disastro ambientale e sembra anche che Giuseppe Tagliabue sia già stato sotto inchiesta per aver violato la normativa Seveso che consente di stoccare un massimo di 2.500 tonnellate di materiale inquinante.
I due imprenditori, difesi dall'avvocato Giuseppe Bana, si sono dichiarati innocenti e solamente vittime di quanto accaduto.

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Pubblicato il: 08/02/2011

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