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PA, Italia bocciata: inefficiente, insostenibile, di bassa qualità

Pubblica ammiinistrazione italiana bocciata da una valutazione su tutti i paesi UE: solo 19, su 27. E la performance 2009 è inferiore alla media del periodo 2004-2009.

Franco Cavalleri

La pubblica amministrazione italiana 'marca male', come si direbbe  in una discussione al bar. Ovvero, è inefficiente e offre un livello di qualità e di sostenibilità ambientale dei suoi servizi decisamente  bassi.
E' quanto risulta da uno studio che Unioncamere Veneto ha eseguito in collaborazione con il Centro Studi Sinte e che ha preso in considerazione l'andamento delle pubbliche amministrazioni - in termini, come detto, di efficienza, sostenibilità e qualità del servizio - nei ventisette paesi dell'Unione Europea.
Il risultato? Se i paesi del Nord Europa risultano particolarmente efficienti e fanno registrare un buon livello e un trend di miglioramento, l'Italia non raggiunge la sufficienza.
Nella classifica compilata a fine test - dove 3 è il punteggio minimo e 10 il massimo - sul podio ci sono, nell'ordine, Svezia, Danimarca e Lussemburgo. L'Italia è nella parte bassa della classifica - più vicina alla zona retrocessione che a quella della lotta per lo scudetto, si potrebbe dire con una metafora calcistica - al 19esimo posto, preceduta dalla Spagna e perfino da Cipro e seguita da Malta. In generale, lo studio evidenzia come la crisi si sia fatta sentire parecchio anche sulle pubbliche amministrazioni: mentre dal 2004 al 2008 si registra un graduale miglioramento, dopo questa data "la tendenza si è invertita, segnando un'evoluzione negativa che probabilmente proseguirà con i dati del 2010". In diversi casi, ad esempio quello italiano, la performance del 2009 è inferiore a quella della media registrata fra il 2004 e il 2009.
Bisogna comunque considerare che tutti i paesi, negli anni della crisi (2008 e 2009), "hanno peggiorato la propria sostenibilità economica senza nessuna eccezione".
Un altro elemento che emerge è rappresentato dai buoni risultati di paesi come la Slovenia, 11esima, la Repubblica Ceca e l'Estonia (entrambe al sedicesimo posto).
Per dare un'idea dei parametri, il voto della Svezia, prima in classifica, è pari a 9,6, con una media fra il 2004 e il 2009 di 9,5. L'Italia è invece a 5,7, risultato che fotografa una scarsa capacità di gestire con efficacia le proprie risorse, pur avendo "una potenzialità di fondo che non viene sfruttata".
La top ten dopo i primi tre classificati prosegue con Finlandia, Olanda, Germania, Regno Unito, Belgio, Austria, Francia. I fanalini di coda sono, partendo dal basso, Grecia, Romania e Lettonia.

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Pubblicato il: 22/03/2011

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