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Proposta a Key Energy 2011: "Incentivi al 55% anche per l'edilizia pubblica"

Da ieri a Rimini Fiera l'appuntamento internazionale per l'energia e la mobilità sostenibile. L'idea di Claudio Fantoni, delegato Anci alle Politiche Abitative lanciata all'incontro dedicato all'efficienza energetica.

Redazione GreenCity

Bisogna applicare gli incentivi del 55% per la riqualificazione energetica anche agli edifici pubblici. È quanto ha proposto Claudio Fantoni, delegato Anci alle Politiche Abitative e Assessore alla Casa del Comune di Firenze nel corso di un incontro dedicato all'efficienza energetica che si è svolto ieri a KEY ENERGY, la Fiera internazionale per l'energia e la mobilità sostenibile fino a sabato a Rimini Fiera.  
La questione della riqualificazione complessiva dell'edilizia pubblica - è stato sottolineato - appare uno dei temi con maggiori prospettive sia sul fronte della riduzione dei costi energetici per le amministrazioni, sia sulla positiva ricaduta occupazionale che ne deriverebbe.
Non solo economia, ma anche sostenibilità. In effetti il settore abitativo domestico, nel confronto con gli altri settori quali industria o terziario, incide - secondo i dati presentati - per il 68% del totale delle emissioni  di CO2 nelle città. In Italia sono 763.000 gli alloggi di edilizia pubblica presenti sul territorio che corrispondono ad una quotache varia dal 5 all'8% dello stock residenziale  abitato ed incide  finoal 2% sui consumi energetici nazionali. Ma proprio il tema dell'efficienzae della possibilità di produrre risparmi per l'amministrazione pubblica sono stati al centro dell'incontro che si è occupato dell'analisi degli strumenti normativi, finanziari necessari per interventi di riqualificazione del patrimonio pubblico.
Tra questi il potenziale di risparmio è ampio. Un'analisi realizzata da Federcasa, l'associazione nazionale che raggruppa gli enti pubblici, stima che con interventi di efficientamento energetico le case popolari più datate  potrebbero far risparmiare dai 100 ai 200 Kwh per metro quadro all'anno fino ad arrivare a minori costi quantificati in 1.250 euro/anno. Sono circa 450.000 gli alloggi che richiederebbero già interventi diquesto genere.
"Non si capisce perché in questo Paese - ha rilevato ilpresidente di FederCasa, Luciano Cecchi - se vivi in una casa popolare èvuoi cambiare infissi o caldaia, lo Stato non ti riconosca nulla, alcontrario dei proprietari privati".
Cecchi ha poi ricordato che il problema principale nelle case pubblica è il risparmio, non certo la produzione da fonti rinnovabili. "Noi non siamo certamente contro il fotoovoltaico, ha aggiunto, ma la nostra priorità è migliorare con infissi adeguati e doppi vetri case che son state realizzate tra gli anni '50 o '60."
Nonostante la crisi, gli strumenti finanziari sono a disposizione della politica. L'Unione europea, attraverso i fondi strutturali FESR 2007-2013, mette ancora sul piatto circa un milione di euro.
"Proprio negli ultimimesi - ha segnalato Francesco Monaco, responsabile formazione e servizi IFEL - "Bruxelles ha introdotto nuovi regolamenti che prevedono la possibilità di accedere a fondi che  puntano su azioni di riqualificazioneurbana anche abitativa e di efficientamento energetico".

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Pubblicato il: 10/11/2011

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