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Ibm, il cloud computing si tinge di green

Chiara Maresia, Cloud Business Development Executive, IBM Italia, racconta come le tecnologie Ibm utilizzate in modalità Cloud Computing favoriscono risparmi, soprattutto di tipo energetico.

Redazione GreenCity

Quali gli elementi cardine della Vostra strategia di Cloud Computing, in particolare in ottica di efficienza e risparmio energetici? 
La nostra strategia Cloud si inquadra nel paradigma dello Smarter Computing, che definisce quali caratteristiche debba avere l'IT per sostenere e dare innovazione in un mondo in cui crescono esponenzialmente i volumi di dati, i dispositivi connessi alla Rete, i server fisici e virtuali, e conseguentemente i consumi energetici. IBM da diversi anni è impegnata a disegnare e realizzare "green technology" e riveibm-il-cloud-rende-green-1.jpgrsa questa esperienza nella strategia di Cloud Computing su tre livelli: a livello dei componenti base delle architetture Cloud, vale a dire dei prodotti hardware e software, che vengono disegnati e ingegnerizzati per esercitare e controllare la massima efficienza energetica; a livello di progettazione e realizzazione del Cloud, imponendo "by design" e attraverso un'adeguata governance il massimo utilizzo delle risorse tecnologiche; a livello di erogazione di servizi in modalità cloud pubblico (IBM SmartCloud). Infatti, il consumo di risorse "as a service" riduce la richiesta energetica per il "consumatore" del public cloud e, centralizzando le risorse in grandi data center, demanda gli oneri energetici al Cloud Service Provider che ha il potenziale per economie di scala a livello di impiantistica sofisticata e orientata al risparmio energetico. IBM ha costruito ed esercisce i propri data center con i più alti standard di efficienza energetica, operando sia con soluzioni fisiche (server e impiantistica) che con soluzioni software che garantiscono l'ottimizzazione e il bilanciamento dei carichi e il controllo in tempo reale di consumie temperature.

Quali sono i prodotti della Vostra offerta che meglio aderiscono a tale modello di fruizione dell'IT? Quali i vantaggi più tangibili del loro utilizzo in termini di "risparmio energetico"? 
Tecnologia progettata avendo in mente l'efficienza energetica, applicazioni software in grado di monitorare, controllare e governare il consumo delle componenti IT, data center disegnati per massimizzare l'utilizzo dei sistemi e ridurre l'impatto degli impianti di continuità e raffreddamento.
Su queste tre direttrici si declina l'offerta Green di  IBM che ritroviamo pienamente nel modello Cloud. Tutti i sistemi IBM sono dotati di software "embedded" per raccogliere dati sull'utilizzo effettivo e sul consumo di ciascuna parte del sistema, hanno la capacità di limitare il consumo e la capacità di mettere off-line core/CPU inattivi. Sono dotati di un raffreddamento interno efficiente, così come vengono resi operabili a temperature meno esigenti in termini di raffreddamento. Inoltre, è fondamentale monitorare con cura il consumo dei sistemi e dei loro componenti, storicizzare questi valori all'interno di repository specializzati e fornire strumenti di analisi dei trend di consumo per poter indirizzare proattivamente gli eccessi di spesa energetica.
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Le soluzioni IBM basate su Tivoli Energy Manager consentono tutto ciò, in modo pienamente integrato nel modello di governo del cloud.Infine, e' importantissimo il livello di efficientamento del data center. Analisi dei flussi di raffreddamento, disegno ottimizzato dei layout, ottimizzazione dei cablaggi, utilizzo di fonti energetiche rinnovabili e sfruttamento delle capacità termiche dell'ambiente ("free-cooling") sono solo alcune delle tecnologie e soluzioni che guidano la progettazione dei data center IBM per abbattere i consumi energetici ed assicurare capacità di elaborazione con il footprint energetico ottimale. Sono realizzati nei data center nel mondo che forniscono i servizi di cloud pubblico IBM SmartCloud e sono parte integrante dell'implementazione del modello di cloud privato che IBM disegna e realizza per i propri clienti.
Tra le eccellenze vale la pena citare i data center IBM di Boulder, CO e del Research Triangle Park, NC, che erogano servizi di Cloud Computing e che vantano la certificazione Gold dello standard LEED di efficienza energetica degli edifici.   


Quali sono gli aspetti critici e i limiti ancora da superare affinché tale modello si affermi e venga adottato in maniera sempre più diffusa?
 
Il Cloud ha un potenziale di trasformazione che si realizza pienamente solo quando le aziende sviluppano una visione chiara del Cloud, sia dal punto di vista tecnologico che di business. La dimensione tecnologica deve puntare all'aumento della efficenza ed efficacia dell'IT distribuito, da raggiungere attraverso virtualizzazione dell'infrastruttura, piena automazione e standardizzazione dei servizi. La dimensione di business deve invece focalizzare il Cloud sui processi che più si adattano a tale modello e agli obiettivi dell'azienda. Il tutto all'interno di un'architettura di riferimento, che realizzi l'ntegrazione dei servizi Cloud con le altre applicazioni aziendali e la definizione di un sistema complessivo di governance. Sicurezza e integrazione sono unanimemente considerati i fattori critici per la piena adozione del modello cloud, che devono essere valutati opportunamente a partire dalla fase di disegno e progettazione della soluzione, oltre che nelle fasi di realizzazione e gestione.

Quali servizi cloud offre IBM al fine di favorire l'efficienza e il risparmio energetico?
L'opportunità di usufruire di moduli di monitoraggio specializzati nel raccogliere e storicizzare informazioni di natura energetica rappresenta un importante strumento di ottimizzazione. IBM rende disponibile tale capacità "as a service", attraverso la soluzione di monitoraggio Tivoli Live Monitoring Services, proposta nell'ambito dell'offerta IBM SmartCloud Enterprise. Nell'ambito dell'offerta IBM SmartCloud, la piattaforma LotusLive offre in modalità SaaS servizi di collaborazione e "social networking" che consentono l'innalzamento della produttività di persone e gruppi distribuiti a livello geografico, riducendo la necessità di spostamento fisico e contribuendo alla riduzione del "carbon footprint". La soluzione IBM Smart Business Desktop, sia nel modello "cloud privato" che in quello "pubblico, consente la gestione dei desktop  come servizi flessibile e affidabili, evitando i costi associati alla proprietà e alla gestione di risorse fisiche e dunque riducendo l'impatto ambientale delle organizzazioni che scelgono tale modello. Da ultimo, la stessa offerta di servizi di infrastruttura che sta alla base dell'IBM Smart Cloud Enterprise consente alle aziende e organizzazioni di accedere a risorse on-demand solamente durante l'effettivo periodo di bisogno, riducendo i costi di gestione, alimentazione e raffreddamento di sistemi poco e male utilizzati.

Può citare qualche situazione in cui la fruizione di tecnologia IBM in modalità cloud computing ha generato interessanti risparmi, in particolare energetici?
Uno dei casi più interessanti, e significativi in termini di risultati, dell'applicazione del modello Cloud è rappresentato dall'operazione di razionalizzazione e consolidamento delle infrastrutture IT ad uso interno di IBM, condotta negli ultimi anni a livello mondiale. Tale progetto ha portato a risparmi sui consumi energetici pari all‘80% e sul footprint complessivo dei data center  pari all'85%. Un secondo esempio di efficientamento, realizzato sempre da IBM al suo interno, è la trasformazione, secondo un modello di cloud privato, dell'infrastruttura dei laboratori mondiali di sviluppo del software Tivoli. Il progetto, iniziato nel 2009, aveva l'obiettivo di ridurre i costi di acquisizione ed esercizio delle infrastrutture in uso ai laboratori e di migliorare l'efficienza operativa del ciclo di sviluppo e test del software. Al consolidamento e alla virtualizzazione dei server fisici, è seguito un progetto di standardizzazione e automazione degli ambienti virtuali - realizzato attraverso soluzioni della piattaforma software IBM Tivoli -  permettendo agli utenti la gestione self-service e agli amministratori l'attenta misurazione sia del livello di utilizzo delle risorse sia dei consumi energetici dell'infrastruttura. Il progetto ha consentito nel 2010 un risparmio di 10,4 milioni di dollari sulle spese di capitale e di 11,5 milioni sui costi operativi, con un impatto ancora più significativo sulla velocità, agilità e flessibilità del processo di business di sviluppo e test del software. Ovviamente  IBM trasferisce queste capacità ed esperienze nelle migliaia di progetti di Cloud Computing che ha realizzato nello scorso anno con aziende di tutto il mondo.

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Pubblicato il: 06/12/2011

Tag: Datacenter