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Barilla misura l'impatto ambientale dei singoli alimenti

In occasione della Giornata Mondiale dell'Acqua, il Barilla Center for Food and Nutrition ha pubblicato uno studio relativo alla Doppia Piramide alimentare e idrica, il modello che mette in relazione la tradizionale piramide alimentare con il relativo impatto ambientale e idrico dei suoi componenti.

Redazione GreenCity

Quanta acqua è contenuta in ciò che mangiamo? E quale quantità ne è servita per produrre gli alimenti che quotidianamente mettiamo sulla nostra tavola? Per misurare il reale impatto dei singoli alimenti, il Barilla Center for Food & Nutrition ha ideato il modello della doppia piramide alimentare e idrica, che mette in relazione la tradizionale piramide alimentare con il relativo impatto dei suoi componenti: questa comparazione mostra come gli alimenti della dieta mediterranea, per i quali si consiglia un consumo alto e regolare, abbiano il minore impatto in termini di consumo di risorse idriche
. Allo stesso tempo, quei cibi per cui la piramide alimentare consiglia un consumo moderato risultano essere quelli con la più alta impronta idrica. Adottare abitudini alimentari maggiormente "idrovore", ad esempio troppo ricche in grassi e zuccheri, risulta essere negativo non soltanto in termini di salute per l'uomo, ma anche per il benessere del pianeta.    

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La Doppia Piramide alimentare e ambientale e la Piramide alimentare e idrica, elaborate dal BCFN, sono state selezionate ed esposte dal Comitato del World Water Forum (Marsiglia, 12-17 marzo 2012) tra i migliori modelli alimentari  per la salvaguardia dell'ambiente e delle risorse idriche.

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Per misurare l'impatto di ciascun prodotto (commodity, bene o servizio) sulle risorse idriche del pianeta è stato realizzato un indicatore complessivo e multidimensionale chiamato water footprint (impronta idrica), che prende in considerazione il contenuto d'acqua virtuale di un prodotto, costituito dal volume d'acqua dolce consumata direttamente o indirettamente per realizzarlo, e calcolato sommando tutte le fasi della catena di produzione.  


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L'impronta idrica offre una più ampia e migliore visione dei consumi idrici da parte di un consumatore o di un produttore, mostrando i volumi d'acqua consumati per fonte e quelli inquinati per tipo di contaminante. Ad esempio, produrre un pomodoro richiede 13 litri di acqua, una fetta di pane 40 litri, 100 grammi di formaggio 500 litri, un hamburger 2400 litri d'acqua, una T-shirt 2000 litri d'acqua, un paio di scarpe di cuoio 8000 litri. Più in generale, il consumo d'acqua virtuale giornaliero per alimentarsi varia da circa 1500-2600 litri nel caso di una dieta vegetariana a circa 4000-5400 litri per una ricca di carne.

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Pubblicato il: 22/03/2012

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