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Comitato IFI: il Premio Made in Europe restituisce fiducia all'industria italiana

Il Presidente Cremonesi: "Un incentivo che consente alle nostre industrie di continuare a competere e ad investire in innovazione. Attenzione ai limiti del Registro che generano un effetto depressivo su piccoli-medi impianti".

Redazione GreenCity

ll Comitato IFI ha accolto positivamente la presenza nel nuovo Decreto del Premio Made in Europe, oggetto dirichiesta da parte della quasi totalità delle associazioni di settore nel corso di questi mesi e di confronto sututti i tavoli istituzionali, politici e sindacali.
"Il Governo ha dimostrato apertura e volontà di ascolto nei confronti di un comparto sano e competitivo, mache negli ultimi due anni ha dovuto confrontarsi con una aggressiva concorrenza, perlopiù cinese, che haoperato con vere e proprie pratiche di dumping – ha dichiarato Alessandro Cremonesi, Presidente delComitato IFI - Aver inserito nel V Conto Energia la premialità per gli impianti che utilizzano componentistica Made in Europe consente di ristabilire livelli accettabili di competitività nel mercato interno e di offrire un ulteriore stimolo per le nostre industrie a fare di più e meglio in termini di investimenti in innovazione. Confidiamo in un testo conclusivo del Decreto che definisca tale misura in modo chiaro e non raggirabile, con un'analoga estensione all'utilizzo di tecnologie innovative di produzione europea e che la preannunciata riduzione delle tariffe si mantenga su livelli accettabili e sostenibili."
In merito invece alla posizione del Governo di tenere bassi i limiti per l'accesso al meccanismo del Registro, il Presidente Cremonesi non si dichiara soddisfatto: imporre il meccanismo del Registro per gliimpianti destinati all'auto consumo di energia fotovoltaica per piccole e medie imprese potrebbe significareperdere una fetta importante del potenziale di crescita indirizzato verso l'energia distribuita.
"Il Comitato IFI non si è mai dichiarato contrario al meccanismo del Registro come strumento di controllodella crescita del mercato, ma aveva proposto una soglia, quella dei 200 Kw, che avrebbe coinciso conl'esigenza del Governo di tenere a freno la componente speculativa, senza tuttavia generare incertezza edeccessivo onere burocratico per i medio-piccoli produttori di energia fotovoltaica. Il nostro auspicio è chevengano individuate da subito soglie di ingresso più elevate accompagnate a semplificazioni burocratichetali da salvaguardare quella fetta sana del mercato che è, appunto, la generazione distribuita".
Conclude Cremonesi: "Ci aspettiamo che già dalle prossime ore si arrivi alla definizione conclusiva di un testoche abbia l'appoggio pieno delle Regioni, delle Province e degli altri Enti locali. Incertezza e attesa nonfavoriscono la necessaria stabilità richiesta a gran voce da tutti gli operatori del settore".

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Pubblicato il: 07/06/2012

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