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DL Crescita, assestato un nuovo colpo basso alle rinnovabili

Il DL Crescita è destinato a ridisegnare il settore idroelettrico italiano delle grandi derivazioni.

Chiara Bernasconi

Il DL Crescita, il cui testo definitivo è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 147 del 26/06/2012, è destinato a ridisegnare il settore idroelettrico italiano delle grandi derivazioni.
Il decreto introduce infatti delle modifiche nei parametri per la riassegnazione, tramite gara, delle grandi concessioni, tra cui la durata per cui verrebbero rilasciate, che dagli attuali 30 anni passerebbe a 20. 
Una riduzione così marcata del periodo, senza nessuna evidenza di analisi di impatto, aumenta sensibilmente la già ampia asimmetria sul tema con gli altri paesi della UE e inoltre rappresenta un elemento critico che condannerebbe il parco impianti esistente al declino, senza possibilità per gli imprenditori di avviare i necessari ammodernamenti: 20 anni sarebbero infatti un periodo di tempo troppo limitato per ammortizzare gli investimenti necessari in questo tipo di impianti. 
La riforma del settore è una necessità fortemente sentita dagli operatori: solo negli ultimi 5 anni, sul tema delle concessioni idroelettriche sono intervenute 3 pronunce della Corte Costituzionale, numerose richieste di confronto delle Associazioni degli operatori, proposte concrete.
Questo decreto invece affronta solo parzialmente gli aspetti relativi alla riforma delle gare per la riassegnazione delle grandi concessioni idroelettriche, manca completamente l'obiettivo di offrire un disegno organico della materia. 
Il provvedimento inoltre non contempera l'esigenza di una disciplina efficace del valore della concessione con la tutela, in sede di prima applicazione, degli interessi dei concessionari uscenti, nessuno dei quali avrebbe dovuto affrontare una procedura di gara se non a partire dal 2020.
Eppure, tale equilibrio è stato assicurato di recente dal legislatore nel settore energia nel D.Lgs "Geotermia" n.22/2010 e, nel settore delle concessioni balneari, con la legge n.25/2010
APER, che insieme ad alcune associazioni ha già inviato nei giorni scorsi una lettera congiunta al Governo in cui esplicitava le criticità insite nel provvedimento e ne chiedeva il ritiro, si prepara adesso ad offrire in Parlamento quegli elementi di confronto utili al fine di poter ottenere le modifiche necessarie per uno sviluppo e corretta contendibilità delle concessioni idroelettriche in Italia.

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Pubblicato il: 27/06/2012

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