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L'UE propone una legge per riciclare le navi

L’Unione Europea ha deciso di lanciare un piano per la sicurezza ambientale delle navi: l'obiettivo è quello di creare un nuovo regolamento per lo smantellamento delle navi in discussione all’Europarlamento.

Chiara Bernasconi

L’Unione Europea ha deciso di lanciare un piano per la sicurezza ambientale delle navi. 
Nello specifico sarebbe intenzionata a creare un nuovo regolamento per lo smantellamento delle navi in discussione all’Europarlamento
Carl Schlyter, l’eurodeputato svedese del gruppo dei verdi, relatore del provvedimento, ha così dichiarato: “Dobbiamo bloccare la rottamazione illegale, praticata dal 90% delle navi europee. I costi dello smantellamento in Europa sono molto più elevati, ecco perché si ricorre a strutture illegali”. 
A Bruxelles si sta prendendo in esame la creazione di un fondo per le strutture di riciclo che sarà alimentato da un’eco-tassa portuale che dovrebbe scattare ogni qualvolta una nave attraccherà negli scali europei. A fine vita, ogni imbarcazione potrà farlo ovunque, ma sempre in una lista di strutture con standard precisi. È inoltre in arrivo l’inventario delle sostanze nocive: tutte le navi che approderanno nei porti UE dovranno stilare l’elenco di tutti i materiali pericolosi e tossici. 
Assonave, l’associazione di categoria degli armatori si è però dichiarata scettica nei confronti di tale provvedimento.
Il direttore Paolo Lotti ha così dichiarato: “Abbiamo qualche perplessità sugli effetti che il meccanismo ipotizzato per finanziare la rottamazione sostenibile comporterebbe. Il mercato andrebbe a cercare altri porti. Il relitto di una nave di grandi dimensioni ha un valore intorno ai 15 milioni di Euro, più i materiali recuperati. Ma per essere demolita in strutture europee dovrebbe stare in bacino almeno un anno e oggi quello stesso bacino viene impiegato per costruire una nave da 500-600 milioni di Euro. Il Sud Europa ha il primato di mezzi, come i traghetti, molto numerosi ma datati. Oggi sono il rinnovo verde della flotta e la riduzione delle emissioni e dei consumi ad avere la priorità negli incentivi rispetto al riciclo sostenibile, che si può fare, ma ha comunque tempi lunghi”.

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Pubblicato il: 12/02/2013

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