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Una proposta per un green New Deal per l’Italia

Questo il tema al centro del Meeting di primavera della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile.

Redazione ImpresaGreen

Un green New Deal per l’ Italia per fare fronte alla crisi, arrestare la recessione, stimolare un’ economia sostenibile, ridurre il degrado degli ecosistemi,valorizzare le potenzialità del Paese. Questo il tema del Meeting di Primavera 2013, organizzato dalla Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile,in preparazione degli Stati Generali della Green Economy del 2013, su cui si sono confrontati il Presidente della Fondazione Edo Ronchi, i Ministri dell’ Ambiente Corrado Cini e della Coesione Territoriale Fabrizio Barca, il Presidente dell’ Istat Enrico Giovannini ed arricchito da un intervento audio di Jean Paul Fitoussi.  
Promuovendo una riflessione e un’iniziativa per un green New Deal –ha detto Ronchi, la Fondazione si propone di contribuire sia a definire una visione più chiara, sia a portare avanti l’attuazione degli obiettivi per lo sviluppo di una green economy, definiti dagli Stati Generali della Green Economy del 2012. Questi obiettivi potrebbero infatti diventare, per la gran parte, punti centrali di politiche e misure di stimolo antirecessione, da mettere al centro di un “nuovo patto per uno sviluppo ” per affrontare le “molteplici crisi” dell’Italia”.  
La proposta per un green New Deal per l’ Italia  richiede un’ analisi dei diversi aspetti della crisi nazionale che si dipanano  lungo quattro direttrici: una lunga recessione, un debito pubblico in continua crescita, una pressione fiscale  in costante aumento e più alta della media europea, una disoccupazione che è passata dell’ 8,3% del gennaio 2011 all’ 11,2%  di dicembre 2012 con una disoccupazione giovanile al 35%.
La ricetta proposta dalla Fondazione per rompere questa spirale prevede di non dare priorità solo al debito pubblico con politiche di tagli e austerità; di dare attenzione ad altri aspetti della crisi: dalla recessione che sta colpendo migliaia di imprese, alla disoccupazione, a partire da quella giovanile che sta compromettendo le possibilità di futuro delle nuove generazioni; di realizzare  pacchetti di misure di stimolo dell’economia capaci di generare nuova  occupazione green.: di rivedere la spesa pubblica in chiave green eliminando o riducendo gli incentivi pubblici che hanno effetti negativi per l’ambiente e verificando le effettive priorità degli investimenti pubblici per grandi infrastrutture; di riformare il fisco in chiave ecologica alleggerendo il carico fiscale sul lavoro e sulle attività di qualità ecologica e low carbon, aumentando quello sul consumo di risorse e  sull’inquinamento; di rivedere le politiche europee.
Un green New Deal – ha concluso Ronchi – richiede una svolta affinché le politiche europee siano più coese e finalizzate al futuro dell’Europa, siano di aiuto e non di freno per i Paesi già in difficoltà; affinché le politiche nazionali siano più innovative e più coraggiose, anche più chiare e decise negli indirizzi di fondo; affinché sia incoraggiata e sostenuta l’iniziativa locale nelle città e nei territori”

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Pubblicato il: 19/04/2013

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