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GUNA scegle il web impatto zero per contrastare il global warning

Già nel 2007 uno studio di Gartner segnalava come il settore ICT producesse circa il 2% delle emissioni globali di CO2 e come il 14% di quella quota fosse da attribuire ai Data Center.

Redazione ImpresaGreen

Rendere disponibile una pagina web per i propri lettori produce C02, così come l’atto di consultarla: secondo l’analisi del fisico Alex Wissner Gross della Harvard University di Boston, pubblicata dallo US Institute of Electrical and Electronics Engineers, le emissioni associate alla visita di una pagina web sono comprese tra 0,02 g e 0,2g CO2 al secondo, in base alla tipologia di contenuti della pagina. Altri studi hanno invece quantificato tra 1 e 10 g di CO2 il consumo di una “query” effettuata per mezzo di Google, il più importante motore di ricerca al mondo.
Ecco perché GUNA, azienda che opera nella produzione e distribuzione di farmaci naturali, ha scelto un web a impatto zero, rinnovando anche per il 2014 l’impegno a compensare le emissioni di CO2 generate per la visualizzazione dei propri server e dei propri siti internet, grazie alla partnership con LifeGate.
Finora questa collaborazione ha avuto come risultato la compensazione di 6.480 kg di CO2 generati dal proprio traffico online, con la creazione e la tutela di un appezzamento di foresta in crescita in Costa Rica, di dimensioni adeguate a bilanciare l’inquinamento generato dal traffico on-line dell’azienda.
Il progetto verrà portato avanti anche nel corso del 2014, per promuovere una maggiore sensibilità ambientale presso i propri stakeholder e con la consapevolezza che solo un atteggiamento più rispettoso dell’ambiente può contribuire a rallentare il processo di riscaldamento globale del pianeta che negli ultimi 2 anni ha raggiunto livelli record. A sostenerlo è l’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMN) secondo cui, nonostante gli sforzi dei Paesi più sensibili e dei cittadini più consapevoli, biossido di carbonio (CO2) e metano (Ch4) hanno raggiunto livelli di concentrazione mai registrati prima d’ora. Gli effetti sono noti e purtroppo già riscontrabili ai diversi angoli del pianeta, mentre una possibile inversione di tendenza appare sempre più un traguardo irraggiungibile.

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Pubblicato il: 19/12/2013

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