Vodafone Business: identità digitali per le blockchain dellenergia

Vodafone Business fornirà la tecnologia per le identità digitali degli asset energetici nelle architetture blockchain della Energy Web Foundation

Autore: f.p.

Il futuro del settore energetico passa certamente per le fonti rinnovabili. Ma questo richiede un progressivo ripensamento delle architetture delle reti energetiche. Le fonti tradizionali hanno un numero relativamente limitato di sorgenti - le centrali - la cui produzione energetica può essere controllata. Ed è di solito regolare nel tempo, capace di adattarsi entro certi limiti all'andamento della domanda.

Le fonti rinnovabili non hanno questa regolarità. Il che spinge a ripensare tutto il modello di distribuzione e stoccaggio dell'energia. Inoltre, un po' tutti concordano sul fatto che il futuro dell'energia sarà fatto non da poche centrali di grande potenza, ma da una moltitudine di piccole sorgenti diverse. E la distinzione tra chi produce e chi consuma energia sarà molto meno netta.

Idealmente, un'azienda potrà consumare energia ma anche generarla, ad esempio tramite impianti fotovoltaici. E venderla quando la produzione supera il suo consumo. La vettura elettrica di un privato prende energia dalla rete di distribuzione elettrica per alimentarsi. Ma quando è ferma è di fatto una batteria che può cedere, se necessario, energia alla rete stessa. Sono scenari innovativi e nemmeno futuribili, perché le tecnologie per abilitarli già esistono.
Gestire un sistema energetico così variegato è una operazione troppo complessa per le soluzioni tradizionali. Si tratta di una architettura fortemente decentralizzata. In cui una molteplicità di attori (fornitori di energia, distributori, aziende, privati) ed elementi (centrali, piccoli impianti di generazione, utenze, veicoli, postazioni di ricarica e molto altro) interagiscono in vari tipi di transazioni. Che comunque devono essere sempre certificate e sottoposte a regole precise.

Blockchain ed energia

Decentralizzazione, regole certe e identificazione sicura degli attori e delle transazioni sono le caratteristiche chiave delle tecnologie blockchain. Per questo molti modelli energetici più o meno innovativi prevedono appunto l'utilizzo dei ledger distribuiti. Intorno ai quali, però, devono ruotare altre tecnologie più legate alla "fisicità" degli asset energetici.

Vodafone Business ha ora messo in campo una di queste tecnologie, facendo leva sull'esperienza maturata in campo IoT. Si tratta nello specifico di dotare ciascun asset energetico, come una turbina eolica o un pannello fotovoltaico, di una SIM analoga a quella degli smartphone. La SIM da un lato permette di collegare l'asset alla rete IoT di Vodafone, dall'altro lo identifica univocamente nei confronti di una infrastruttura blockchain. Più precisamente, la EW Chain del consorzio Energy Web, che ha sviluppato una partnership ad hoc con Vodafone Business.

Energy Web è una organizzazione no-profit che spinge l'utilizzo di blockchain in campo energetico. Comprende vari nomi noti dell'energia. Tra cui EDF, Engie, EOn, GE, Iberdrola, Shell, Siemens, Total. Non è certo l'unica realtà che collega i ledger distribuiti alle smart grid. Ma ha la peculiarità di aver affrontato l'integrazione da zero. Creando un vero e proprio sistema operativo per smart grid, basato anche su blockchain.
Il suo Energy Web Decentralized Operating System (o EW-DOS) è in sostanza una piattaforma open source che Energy Web vuole spingere come nuovo standard di mercato. E che è stata già adottata in un paio di sperimentazioni. La base è la blockchain EW Chain, presente già in 15 nazioni nonostante il consorzio sia di nascita recente (2017).

Di essa fanno parte aziende, persone e asset energetici. La loro "identità" è certificata una tantum, mentre possono cambiare nel tempo i loro "attributi energetici". Se consideriamo l'esempio di una batteria, questi attributi sono tra l'altro il tipo di celle, la capacità, la velocità di ricarica. Anche questi attributi devono essere certificati da un "verficatore" in maniera certa e documentata. All'ingresso nella blockchain e ogni volta che cambiano.

In questo modo, le entità che operano nella EW Chain sono certamente chi - o cosa - affermano di essere. E hanno certamente gli attributi che dichiarano di avere. Garantite queste certificazioni, possono essere autorizzati ad operare in determinati mercati energetici. Come anche a fornire determinati servizi, oppure a fruirne. Gestire la base per l'interazione tra le entità della blockchain è uno dei compiti principali di EW-DOS. Soprattutto tramite API che "aprono" la EW Chain allo sviluppo di applicazioni distribuite mirate. E anche all'interazione con i sistemi IT e OT tradizionali.

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