Il progetto innovativo di Segula Technologies sulle energie rinnovabili

Pronto il prototipo terrestre ODySEA per Remora, la tecnologia di immagazzinamento dell’energia rinnovabile mediante aria compressa in mare: ce ne parla Thibault Neu del Gruppo ingegneristico francese

Autore: Edoardo Bellocchi

Nei prossimi anni, immagazzinare l’energia sarà una priorità per molti. Perché oggi l'immagazzinamento delle rinnovabili rappresenta un elemento fondamentale del passaggio verso nuove forme di energia. E il gruppo ingegneristico Segula Technologies ha in atto da tempo importanti passi in avanti nella ricerca proprio in questo settore.  

Cinque anni fa, Segula ha infatti brevettato la tecnologia Remora, una soluzione non inquinante per l'accumulo massiccio di energia in mare, che utilizza aria compressa per garantire la disponibilità continua di energia elettrica, iniziando a progettare l'impianto per sfruttare questa tecnologia.

Una nuova tappa del progetto è stata appena raggiunta con il completamento dei primi test operativi su un prototipo di terra, chiamato ODySEA e installato nel Centre Technique des Industries Mécaniques (Cetim) di Nantes, a poca distanza dalle coste francesi dell’Atlantico. Il prototipo si sta dimostrando in grado di produrre aria compressa per immagazzinare energia e restituirla alla rete elettrica, convalidando tutte le ipotesi iniziali e consentendo a Segula di passare alla fase successiva: la realizzazione di un prototipo su scala più ampia, da installare in condizioni reali, cioè in mare.

Il Gruppo ha già iniziato i lavori di progettazione e sta attualmente cercando aziende partner da coinvolgere nello sviluppo delle energie rinnovabili, per portare a termine il progetto nel 2023 e creare il contesto adeguato per l'installazione a pieno regime della soluzione Remora. Progettata per essere installata in mare in acque poco profonde da 70 a 200 metri, la soluzione si distingue innanzitutto per l’elevato potenziale di efficienza: l'utilizzo di aria compressa permetterà di restituire fino al 70% dell'energia elettrica immagazzinata, rispetto al 40% circa di sistemi simili attualmente esistenti. Nonostante il suo innovativo processo, i componenti industriali che utilizza sono convenzionali, rendendo possibile il suo impiego su larga scala e a costi contenuti. Thibault Neu di Segula Technologies
Per saperne di più, ImpresaGreen ne ha parlato con Thibault Neu, R&I project manager in energy storage and marine energy di Segula Technologies

D. Come è nata l’idea iniziale?
R. Il progetto è nato dal desiderio di Segula di trovare soluzioni tecnologiche per rispondere a possibili problematiche future legate allo sviluppo di energie rinnovabili. In generale, la dipendenza della produzione dalle condizioni meteorologiche (il vento per l’eolica, il sole per la solare, la marea per la mareomotrice) si è rilevato un ostacolo all’utilizzo intensivo delle energie rinnovabili, non solo marine.  

Dal 2012, Segula ha quindi composto un team per sviluppare una soluzione per l’immagazzinamento dell’energia in mare, vicino alla costa per limitare la lunghezza dei collegamenti elettrici, utilizzabile praticamente ovunque nel mondo. Inoltre, abbiamo cercato di sfruttare al meglio le caratteristiche dell'ambiente marino per facilitare lo stoccaggio e puntare a un rendimento efficace. È in questa ottica che è nato il progetto Remora, che utilizza l'acqua per comprimere l'aria e la pressione sottomarina per mantenere l'aria sotto pressione nei serbatoi.  

Tuttavia, ci siamo resi conto velocemente di quanto fossero ancora limitate le conoscenze relative alla compressione a pistone per progettare realmente il sistema. Ho lavorato a una tesi di laurea nel 2013 su questo argomento e le ricerche condotte anche durante il mio dottorato hanno permesso di produrre i modelli fisici che sarebbero stati poi utilizzati per progettare Remora.

D. Che cosa ci si aspetta da questo progetto in termini di adozione?
R. Remora si rivolge potenzialmente a tutti i paesi in via di sviluppo, affacciati sul mare o su un grande lago profondo. Immagazzinare l’energia sarà una priorità per molti, nei prossimi anni. Le batterie e l'idrogeno rappresentano due nuovi modi di immagazzinare energia, ma ognuno presenta svantaggi: disponibilità di risorse e inquinamento nel primo caso, bassa efficienza, costo e rischio nel secondo. Remora può essere sviluppato sia su diverse decine di unità su una grande rete elettrica continentale, sia singolarmente, pensando magari a un'isola di diverse migliaia di abitanti.

L'elemento distintivo dello stoccaggio di energia, e di Remora in particolare, è quello di rendere disponibile in modo permanente l'energia elettrica proveniente da fonti rinnovabili, anche di notte e senza vento. Infatti, tutta l'energia restituita da Remora è energia che non ha bisogno di essere prodotta in modo alternativo, spesso con gas o carbone, grande emettitore di CO2.

D. Quindi, in sostanza, quali possono essere i destinatari ideali della soluzione?
R. È nostra intenzione collaborare con una o più grandi aziende industriali nel campo dell'energia e delle energie rinnovabili. Come esperti del settore ingegneristico e dell’innovazione, la nostra missione è quella di trasformare il tema dell'accumulo di energia in un prodotto innovativo, a basso impatto ambientale, ad alte prestazioni e industrializzabile. Il coinvolgimento di partner su larga scala ci permetterebbe di accelerare questi sviluppi, prima costruendo un prototipo marino e poi producendo e sfruttando la tecnologia Remora su scala reale.

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