IDC Innovation Forum 2009: linnovazione tecnologica un must per leconomia italiana

Occorre effettuare i necessari investimenti in infrastrutture e soluzioni ICT per ripensare il sistema Paese e aumentarne la produttività. Da non trascurare il capitale umano, fondamentale elemento per la competitività, che necessita di un impegno costante in ricerca e formazione.

Autore: Redazione GreenCity

L'innovazione gioca un ruolo fondamentale per ripensare il sistema Paese e per incrementarne la produttività: è il messaggio principale che arriva del Rapporto Annuale del Forum dell'Innovazione Digitale "Innovazione, sviluppo umano e competitività del Sistema Paese", presentato oggi nel corso nel convegno di apertura  della quarta edizione di Innovation Forum 2009 organizzato da IDC.
Il convegno
, presieduto da Giacomo Vaciago, Economista e Presidente del Forum dell'Innovazione Digitale, e da Roberto Masiero, Presidente di IDC International, ha fornito una panoramica sui principali esiti della ricerca, descrivendo scenario e trend in atto in Italia.
Nel corso di questo decennio l'economia mondiale è passata attraverso tre bolle economiche: new economy;  food and energy; quella finanziaria, che oggi ha assunto le caratteristiche di una crisi mondiale. In questo scenario l'innovazione gioca un ruolo fondamentale per ripensare il sistema e per incrementarne la produttività.
L'Italia deve prendere atto di questa situazione e non sottovalutarla, poiché il gap dell'innovazione digitale rappresenta proprio una delle primarie cause della bassa produttività e scarsa crescita dell'economia italiana.
In particolare, l'edizione 2009 del documento ha puntato l'attenzione sul binomio tecnologie digitali e sviluppo umano, illustrando gli scenari che la nuova ondata di innovazione tecnologica porta con sé.
La crisi economica si combina con uno scenario di imminente evoluzione tecnologica, guidata dalla nuova generazione di infrastrutture dell'informazione (future Internet) e da un nuovo paradigma di offerta eutilizzo dei servizi online (cloud computing, servizi basati sul Web). Lo scenario che ne scaturisce impatterà pesantemente sul settore ICT e sull'organizzazione dell'intera economia.
In questo contesto le imprese dei Paesi maturi per stare al passo dovranno migliorare la propria efficienza, abbassare i costi di produzione e commercializzazione e rendere più semplice la propria struttura organizzativa per ridurre gli overhead.
L'affermazione del Web 2.0 favorirà la nascita di una nuova generazione di "aziende leggere" o "Butterfly companies" e una sorta di semplificazione organizzativa riguarderà anche le aziende più tradizionali.
Riusciranno a emergere dalla crisi le imprese che forniranno tecnologie e soluzioni per ottimizzare sia le performance delle altre aziende ma anche la qualità dei servizi ai cittadini.
Se si effettueranno i necessari investimenti in infrastrutture e soluzioni ICT, l'innovazione tecnologica faciliterà l'accesso delle PMI a servizi ICT più avanzati e apporterà benefici di produttività edefficienza a livello di sistema.
In un'ottica di sviluppo non si potrà però trascurare il capitale umano, fondamentale elemento per la competitività, che necessita di un impegno costante in ricerca e formazione.
Dal confronto internazionale degli elementi che influenzano la capacità innovativa dei Paesi, risulta che l'Italia si colloca tra i paesi "innovatori moderati" dell'Unione Europea insieme ai principali Paesi del Sud Europa e a considerevole distanza dagli "innovation leaders e followers" che guidano la classifica.
Quello italiano purtroppo è un modello di sviluppo caratterizzato da bassa intensità di ricerca e scarsa diffusione delle modalità più avanzate di trasferimento tecnologico e cooperazione fra imprese. Il territorio italiano, inoltre, continua ad essere colpito da un digital divide infrastrutturale nella diffusione della banda larga.
La capacità innovativa nazionale è baricentrata in cinque regioni (Lombardia, Piemonte, Lazio, Liguria ed Emilia Romagna) seguite a breve distanza da Friuli Venezia Giulia, Toscana e Veneto.  
Dallo studio emergono quindi la grande distanza delle regioni del Mezzogiorno, il forte squilibrio territoriale e la necessità di impegnarsi per un miglioramento generale della capacità innovativa, che non si limiti alle regioni leader e che consenta perciò di intraprendere un percorso di sviluppo economico a 360° per il Sistema Italia.
Rispetto all'evoluzione della domanda di innovazione digitale da parte di individui e imprese anche su questo piano l'Italia mostra punti di debolezza; uno su tutti un basso numero di utenti Internet regolari, anche se la percentuale di utenti avanzati è più alta della media europea.
Una polarizzazione che risulta anche dall'analisi IDC della spesa ICT per tipo di famiglia e sul territorio: esiste ancora un potenziale significativo di crescita della domanda ICT nelle famiglie con figli in età scolare, mentre la domanda è inferiore nelle famiglie con componenti di età oltre i 46 anni. A questo dato si aggiunge il digital divide infrastrutturale che caratterizza il territorio italiano: la connettività a 2 Mbps sulla rete fissa è garantita ad oltre il 95% della popolazione residente sul territorio nazionale, ma quasi 10 milioni di famiglie residenti in aree suburbane e rurali non sono ancora servite da reti a velocità sufficienti.
Sul fronte delle imprese la domanda ICT rivela un forte dinamismo delle medie e grandi imprese che stanno sviluppando servizi evoluti e applicazioni integrate, mentre le PMI presentano differenze territoriali, dove la spesa è maggiore nelle medie imprese del "corridoio padano".
L'innovazione digitale è importante anche per la protezione dell'ambiente, il risparmio energetico e il miglioramento della vita dei cittadini. L'edizione 2009 del Rapporto si focalizza anche su questo tema e sottolinea come le città italiane possano contribuire ai processi innovativi, investendo in servizi digitali avanzati di infomobilità per cittadini e turisti. Non mancano i segnali positivi in questa direzione, grazie all'investimento in progetti di sviluppo e implementazione di sistemi di trasporti intelligenti e mobilità sostenibile, finanziati dai programmi governativi Industria 2015 ed Elisa.
Non meno significativo il ruolo dell'ICT a supporto della sviluppo sostenibile: il sistema delle imprese deve adottare strategie tecnologiche e produttive che, mediante una migliore efficienza energetica, determinino un miglioramento della profittabilità aziendale e della qualità della vita.  Il Rapporto presenta i meccanismi attraverso i quali l'ICT può contribuire allo sviluppo di una "low-carbon economy", sia direttamente per il settore stesso, sia indirettamente per tutti gli altri settori e in particolare analizza l'importanza del ruolo del Chief Information Officer per implementare strategie di "Green business" e descrive lo scenario successivo all'avvento delle auto elettriche ibride "plug-in" (PHEV).
Il documento prende anche in considerazione il nuovo quadro di modernizzazione della PA a seguito del piano eGovernment 2012 del Ministro Renato Brunetta per la riforma della Pubblica Amministrazione, che rappresenta una potenziale svolta per l'eGovernment in Italia.

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