Report del Financial Times, Gruppo CAP prima azienda italiana per taglio di emissioni

Su 400 aziende europee analizzate dal report del Financial Times e Statista, l’utility lombarda è al secondo posto assoluto tra quelle che più si sono impegnate per contenere le emissioni di Co2, ridotte di oltre il 45% in cinque anni.

Autore: Redazione ImpresaGreen

Gruppo CAP è l’azienda italiana che più ha tagliato l’emissione di Co2 nell’aria. Lo certifica il secondo monitoraggio Europe’s Climate Leaders effettuato dal Financial Times e da Statista, che pone il gestore del servizio idrico della Città metropolitana di Milano al primo posto per l’Italia e al secondo posto assoluto in Europa.
Lo Europe’s Climate Leaders compilato per il secondo anno dal Financial Times ha analizzato 400 aziende europee (con un fatturato minimo di 40 milioni di euro) che hanno ottenuto la maggiore riduzione dell'intensità delle loro emissioni di gas serra (GHG) nel periodo tra il 2015 e il 2020. Il primo dato, definito “intensità delle emissioni”, rappresenta le tonnellate di emissioni prodotte rispetto ai ricavi ottenuti. Con una riduzione del 45,2% dell’intensità delle emissioni, Gruppo CAP guida la classifica italiana davanti a Esprinet, Fastweb, Italgas ed Enel.
A livello europeo, CAP è seconda dietro alla svizzera Logitech. In totale le aziende italiane nella classifica del Financial Times sono 19 (oltre alle prime 5 ci sono anche A2A, Webuild, Feralpi Holding, SOL Group, Mondadori, Acea Energia, Banco BPM, Unipol, MM, Prysmian, SOGIN, Prada, Piaggio e IGD SiiQ). A guidare la classifica è però il Regno Unito, che presenta ben 120 aziende, oltre un quarto del totale, seguito da Germania (52) e Francia (44). Gruppo CAP è in prima linea nel processo di transizione energetica.
Nel 2019 ha presentato il proprio Piano di Sostenibilità che guarda al 2033 e che poggia su 3 direttrici prioritarie, Sensibili, Resilienti e Innovatori, che testimonia l’impegno a lungo termine l’adozione di un sistema sempre più circolare nella gestione del ciclo idrico integrato dell’acqua. Il piano mira a recuperare dalle attività produttive la maggior quantità possibile di energia e materia, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di Co2 del 40% e il volume dei fanghi (gli scarti prodotti dalla depurazione dell’acqua) dell’87%.

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