GdF-ARERA: nel 2021 recuperati 18,2 milioni di euro, soprattutto nell’Energia

Inversione di tendenza sulle somme recuperate dopo l’anno di emergenza Covid. Focus su Sogin e deposito nucleare, corretti aiuti agli energivori e difesa del consumatore in vista del ‘fine tutela’.

Autore: Redazione ImpresaGreen

Grazie ai controlli congiunti tra Guardia di Finanza e ARERA nel 2021, dopo la frenata dovuta al Covid, torna a salire a 18,2 milioni di euro la cifra contestata per infrazioni ed evasione delle imprese, rafforzando i controlli documentali insieme con le ispezioni in loco. In particolare, le contestazioni hanno riguardato gli sconti di prezzo a favore delle imprese energivore e il rispetto delle regole a difesa del consumatore da parte dei venditori di energia e gas, anche in vista della fine della tutela.
Sono i principali risultati emersi durante l’incontro tenutosi oggi a Roma negli uffici dell’Autorità, tra la Guardia di Finanza, rappresentata dal Gen. C.A. Umberto Sirico e il collegio ARERA. Il protocollo, avviato nel 2003, costituisce un supporto essenziale alle attività di controllo dell’Autorità sia in termini di risorse sia di competenze economico-finanziarie. Nel complesso, sono state recuperate o contestate alle imprese somme per oltre 18 milioni di euro, la maggior parte delle quali legate a costi da riconoscere a vario titolo in tariffa. Poco meno di 2 milioni di euro invece le somme relative al corrispettivo di funzionamento dell’Autorità non versato.
Riguardo l’energia elettrica e il gas sono state registrate criticità soprattutto per le bollette (tempistica, reclami), gli obblighi di pubblicazione e correttezza dei siti internet dei venditori e la determinazione del fuel mix (ossia la composizione media delle fonti pulite e fossili utilizzate per la produzione dell’energia elettrica venduta ai clienti).
Riscontri invece positivi nella predisposizione delle schede di confrontabilità da fornire in fase di sottoscrizione del contratto e nella pubblicazione delle offerte sul Portale Offerte ARERA.
Focus anche sulle agevolazioni tariffarie concesse alle imprese energivore e sulla correttezza delle informazioni trasmesse all’Anagrafica operatori. Tra i controlli svolti congiuntamente nel 2021 con la Guardia di Finanza quelli sull’istruttoria Sogin, che si chiuderà il 31 luglio 2022, sul riconoscimento dei costi sostenuti per il Deposito Nazionale nucleare e il Parco Tecnologico e le spese per la definizione e la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI). Si fa più serrata anche l’azione per il 2022 già avviata.
Attenzione particolare sarà rivolta ai sopralluoghi per controllare i costi dichiarati dalle imprese a fini del riconoscimento tariffario, in particolare la stretta sarà sulla correttezza degli elementi forniti alla CSEA nell’ambito 2 dell’applicazione del meccanismo di reintegrazione dei crediti non recuperabili per il mancato incasso degli oneri generali del sistema elettrico. Gran parte dei nuovi controlli documentali sarà dedicata alla verifica di un campione di imprese di distribuzione/trasporto di gas e di distribuzione di elettricità in materia di separazione contabile e di investimenti dichiarati dalle imprese all’Autorità. E si conferma il presidio di controllo della sicurezza delle forniture sempre garantito, anche durante l’emergenza covid, ambito in cui continuano a registrarsi alti tassi di inadempimento da parte delle imprese, soprattutto gas.
Sono previste, infine, le prime ispezioni nel settore idrico sui parametri di qualità commerciale dichiarati, con riflessi sulle tariffe e sul riconoscimento di possibili incentivi o penalità.


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