La Corte di Giustizia UE sconvolge le carte di Bruxelles nella lotta all’inquinamento

Due sentenze della Corte di Giustizia Europea di Prima Istanza rischiano di sconvolgere l’intera politica dell’Unione Europea e della Presidenza svedese dell’UE in materia di ambiente, tendente a trovare una posizione unitaria tra tutti i 27 Stati Membri.

Autore: Redazione GreenCity

In entrambe le sentenze, la corte ha deliberato che la Commissione Europea , nel 2007 – all’epoca delle definizione della direttiva UE in materia di mercato delle emissioni – abbia travalicato i suoi poteri.
Nell’opinione della Corte, gli Stati Membri dovrebbero mantenere il diritto di decidere in quale modo allocare i permessi di inquinare tra i diversi operatori economici. La Corte era stata chiamata in causa da Polonia (T-183/07) ed Estonia (T263/07). Altri sei diversi procedimenti, tutti sullo stesso argomento, sono ancora in corso di dibattimento presso le sezioni della Corte di Giustizia Europea di Prima Istanza. È presumibile, a questo punto, che anche questi ulteriori casi finiscano nello stesso modo.
Una portavoce di Stavros Dimas, Commissario Europeo per l’Ambiente, ha dichiarato che il responsabile della politica ambientale UE è “estremamente deluso” per l’esito delle due cause.
Il verdetto della Corte di Prima Istanza arriva in un momento in cui la Commissione cerca di resistere ai tentativi di alcuni Stati Membri – dell’Europa centrale ed orientale – di mantnere almeno alcuni dei loro crediti non utilizzatit durante la prima fase del Protocollo di Kyoto (2008-12), “per riflettere – dicono – i nostri sforzi nella riduzione delle emissioni”. Secondo la Commissione, questo potrebbe diluire il sistema del mercato dei permessi di emissione e minarne l’efficacia.


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