Selectra: l’Italia al secondo posto per la bolletta elettrica più salata

Le bollette di energia elettrica continuano a essere alte in molti paesi europei: l'Italia è subito dopo la Germania tra quelli con le fatture più salate, con un prezzo per l’energia all’ingrosso che è quasi il doppio di quello conteggiato in Francia.

Autore: Redazione ImpresaGreen

Nel secondo semestre del 2024, sono stati segnalati dei costi energetici piuttosto elevati in tutta l’Unione Europea. Le bollette più salate sono state recapitate ai consumatori tedeschi, con una spesa media annuale di 1.065€. A seguire gli italiani con 840€ e i francesi con 790€, tutti importi che superano la media europea pari a 775€. È quanto emerge dal nuovo studio di Selectra, il servizio gratuito che confronta le offerte di luce, gas e Internet per aziende e privati, che ha elaborato i dati dell’ultimo report Eurostat sui consumi energetici domestici. Nel corso del 2024 le bollette italiane di energia elettrica hanno registrato un incremento significativo, tanto che nel 2025, con il già noto "Decreto Bollette", sono state reintrodotte alcune misure di sostegno statale a favore dei consumatori che vivono in condizioni economiche più fragili. Per individuare le radici di questo fenomeno è utile innanzitutto comprendere a cosa afferiscono le voci conteggiate nelle fatture dei consumatori. Secondo i dati pubblicati dall’ENEA (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile) nel 2024 il PUN (Prezzo Unico Nazionale) dell'energia elettrica italiana ha raggiunto un valore medio di 108€/MWh, nettamente superiore a quello registrato in Francia (58€/MWh), in Spagna (63€/MWh) e in Germania (78€/MWh). Questi 50 €/MWh di differenza tra Italia e Francia rappresentano per un cliente domestico medio un sovraccosto di 130 € all'anno, a cui si aggiunge l’IVA: si tratta di un onere economico significativo per una famiglia e un danno competitivo per tutte le aziende. Un fattore determinante che incide sulla spesa elettrica addebitata dai gestori italiani è la dipendenza dall'energia fossile, in particolare dal gas naturale, che rappresenta oltre il 40% del mix energetico del Paese. Con l'aumento dei costi della materia prima, in seguito alle complesse e drammatiche condizioni geopolitiche che stanno interessando diverse aree del Pianeta, i prezzi finali sono inevitabilmente lievitati. Per riuscire a capire cosa spinga le bollette italiane al di sopra della media europea, spiega l’analisi di Selectra, è necessario passare anche per le voci “oneri di distribuzione" e “oneri di sistema” che influiscono in modo decisivo sui costi finali. L’analisi di Selectra evidenzia come, negli ultimi dieci anni, il carico complessivo di oneri di distribuzione e di sistema, già notoriamente alto nel 2015, ha registrato un ulteriore incremento di quasi il 10%, passando da 202 a 222 €/anno. L’attualità di queste settimane suggerisce un panorama tutt’altro che rassicurante: con il rinnovo per altri 20 anni delle concessioni dei distributori elettrici, le bollette della luce potrebbero includere ulteriori costi aggiuntivi legati proprio a queste licenze. La causa è da rintracciarsi negli oneri una tantum che gli stessi gestori si troverebbero a corrispondere allo Stato e nei piani di investimento aggiuntivi per l’ammodernamento della rete. In poche parole, per il consumatore si tradurrebbe in un’ulteriore voce in bolletta, il che rende sempre più urgente una strategia per ridurre i costi a lungo termine. Considerando la difficoltà a ridurre questi oneri “quasi-fiscali”, l’approccio più strategico sarebbe un impegno serio e concreto verso la transizione energetica, unico modo di agire contemporaneamente a livello economico, ambientale e di sicurezza dell'approvvigionamento. Attualmente, il fotovoltaico ha visto un'ampia diffusione e si dimostra una tecnologia molto competitiva ma non può fornire da solo una risposta adeguata alle esigenze del sistema energetico nazionale. "Da un lato, senza se e senza ma, servono più rinnovabili”, ha sottolineato Antoine Arel, Direttore e Co-founder di Selectra Italia. “Dall’altro è necessario aumentare gli investimenti per risolvere il problema della loro intermittenza. Questo passa dallo sviluppo di sistemi di stoccaggio ma anche da meccanismi di mercato di flessibilizzazione della domanda, con proposte ad hoc da parte dei fornitori che offrano al contempo vantaggio economico e impegno ambientale. Perché anche i ruscelli possono fare un fiume - ha concluso - e ogni singolo cittadino può fare la differenza, adattando le proprie abitudini di consumo e modificando l’orario e il modo di usare gli elettrodomestici. Così chiunque potrà contribuire al processo di transizione energetica in corso e contenere i costi delle sue bollette".

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