Mulino Bianco diventa il
primo brand bakery in Italia certificato a realizzare un biscotto interamente prodotto con farina di grano tenero da agricoltura rigenerativa: il nuovo
Buongrano.
Questo lancio segna l’avvio di una nuova fase della
Carta del Mulino, il disciplinare del brand che ha definito innovativi standard per la
coltivazione sostenibile del grano tenero, garantendo la
qualità dei prodotti, la tutela della
biodiversità e la valorizzazione del lavoro degli agricoltori. Oggi la Carta guida il cambiamento puntando, per Buongrano, sull
’agricoltura rigenerativa: un approccio che non solo
riduce l’impatto ambientale dell’attività agricola in termini di CO₂ eq, ma restituisce
nuova vitalità alla terra.
Il grano tenero di Buongrano nasce da pratiche agricole che verranno verificate e monitorate grazie all’introduzione di una nuova regola del Disciplinare “Carta del Mulino” (vale a dire il rispetto del “Regenerative Agriculture Standard di Food Chain ID), ad oggi, applicata solo su Buongrano, che aiuta le piante a crescere più sane e forti, favorendo la fertilità del suolo e garantendo la disponibilità di cibo anche in futuro. Così, è possibile gustare un prodotto buono oggi, sapendo di fare qualcosa di buono anche per domani.
Con il suo
nuovo pack dedicato, Buongrano rappresenta inoltre un’importante promessa di Mulino Bianco: estendere progressivamente questo modello a tutta la produzione.
Entro il 2030, infatti,
tutti i prodotti Mulino Bianco saranno realizzati con farina di grano tenero proveniente da
agricoltura rigenerativa.
L’agricoltura rigenerativa è un
approccio olistico che mette al centro la
salute del suolo e degli
agroecosistemi. Attraverso pratiche mirate come le
rotazioni colturali, che restituiscono nutrienti al terreno e favoriscono la sua naturale fertilità, la
copertura vegetale durante i periodi di riposo colturale per
proteggere il suolo, la
creazione di aree fiorite dedicate ad api,
farfalle e
altri insetti utili, la
riduzione di fitofarmaci e
fertilizzanti di sintesi e grazie a una gestione più attenta e l’
uso di tecnologie digitali per monitorare gli impatti e migliorare costantemente le pratiche, è possibile
rigenerare la fertilità dei terreni, aumentare
la biodiversità,
migliorare i cicli dell’acqua e rafforzare la
resilienza delle comunità agricole.
La Carta del Mulino coinvolge oggi oltre
48.000 ettari coltivati da
1.800 agricoltori,
14 mulini esterni e
70 centri di stoccaggio e il mulino di proprietà Barilla. Con l’edizione 2025 il disciplinare
rende l’agricoltura rigenerativa parte essenziale del modello produttivo nella filiera del grano tenero. L’obiettivo è quello di rigenerare i terreni integrando le attuali pratiche agronomiche con altre che permettano di raggiungere benefici incrementali, rafforzando la tutela degli agroecosistemi e valorizzando il lavoro degli agricoltori attraverso formazione, innovazione digitale e nuove competenze.
I benefici sono già misurabili, con
la riduzione delle emissioni di CO₂ eq del 7% annuo rispetto all’agricoltura convenzionale (circa
9.500 tonnellate risparmiate ogni anno, l’equivalente di
320 camion carichi di CO₂ eq). Inoltre,
2.000 ettari (pari alla superficie di
2.900 campi da calcio) sono già stati destinati a
fasce di biodiversità, che hanno favorito un
incremento del 40% degli insetti impollinatori, tra cui api, sirfidi e farfalle, nelle aree monitorate dall’Università di Bologna. Il monitoraggio della salute del suolo è garantito da
SOCRATE, un modello nato da un progetto innovativo che utilizza satelliti e intelligenza artificiale per misurare in maniera rapida, economica ed accurata, la sostanza organica del suolo, un indicatore chiave della fertilità. Con l’impiego di SOCRATE abbiamo potuto confermare che
i terreni coltivati secondo la Carta del Mulino sono in grado di conservare e migliorare la sostanza organica e di conseguenza la salute del suolo.