Osservatorio Bonfiglioli Consulting: l’industria italiana è sostenibile (89%), ma ancora troppo poco digitale (53%)

L’AI è ancora agli inizi nell’industria. Il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata e solo il 3% la utilizza in modo consolidato; Solo 2% degli intervistati dichiara di essere un Smart Factory.

Autore: Redazione ImpresaGreen

L’industria italiana si scopre efficiente, sostenibile e in crescita, ma ancora troppo poco digitale. È questa la fotografia del nuovo studio “What’s Next nelle Operations? Benchmarking Study” di Bonfiglioli Consulting, ricerca biennale che analizza lo stato di maturità dell’industria nazionale in cinque aree chiave - Operations, Supply Chain, Sostenibilità, Digitalizzazione e Risorse Umane - per mappare la transizione verso la Smart Factory. Lo studio è stato presentato durante l’AI Operations Forum 2025, organizzato da Bonfiglioli Consulting e ospitato agli IBM Studios di Milano, con interventi di IBM Technology Italia, Automobili Lamborghini, Michelin, Oversonic e SCM Group, e contributi accademici di Francesco Ubertini (CINECA) e Alec Ross, esperto internazionale di politiche tecnologiche. L’indagine ha coinvolto oltre 100 aziende di 22 settori industriali, con un campione composto per l’85% da figure C-level e per l’83% da imprese con oltre 100 dipendenti, prevalentemente B2B (87%). I risultati evidenziano performance solide in ambito sostenibilità (89%) e operations (71%), seguite da supply chain (67%) e risorse umane (58%), mentre la digitalizzazione si conferma la dimensione con maggior potenziale di sviluppo (48%). “I risultati dello studio confermano un tratto distintivo dell’industria italiana: una forte cultura al miglioramento continuo e alla ricerca dell’eccellenza e oggi l’Operational Excellence deve includere anche la sostenibilità. Concetti che riconduciamo ai principi Lean e alla capacità di ripensare i processi per creare valore. -  dichiara Michele Bonfiglioli, CEO di Bonfiglioli Consulting - Ma rivelano anche un divario digitale che oggi non possiamo più permetterci. L’adozione dell’AI e delle tecnologie più innovative non è più un’opzione, ma una leva indispensabile per la competitività e la resilienza delle imprese”. Digital Transformation: l’AI è ancora agli inizi Lo studio di Bonfiglioli Consulting rileva un indice di maturità digitale del 48% per le industrie italiane. Tra le tecnologie più diffuse a livello industriale spiccano gli ERP (73%), seguiti da CRM (34%), MES (32%), e Cloud (25%). Rimangono marginali i Digital Twin (9%), la robotica avanzata (12%) e la realtà aumentata e virtuale (22%). Ma quanto si percepiscono digitalizzate le imprese? Analizzando la percezione dei C-Level, il 53% del campione dichiara un livello basso di digitalizzazione, il 33% indica un buon livello, il 10% un livello alto e appena il 4% un livello molto elevato. L’adozione dell’Intelligenza Artificiale resta limitata: il 55% delle aziende non l’ha ancora implementata, il 34% l’ha avviata e solo il 3% la utilizza in modo consolidato o in costante miglioramento. Per la Generative AI, la penetrazione è ancora più bassa: solo il 9% l’ha integrata nei processi quotidiani, mentre il 32% la sta testando o pianificando. Gli agenti AI compaiono in fase pilota nel 12% delle imprese, soprattutto in ambiti come customer service, sales&marketing e R&D. Le principali barriere all’adozione riguardano la mancanza di competenze interne (42%), la qualità dei dati (40,4%) e l’integrazione con i sistemi esistenti (38,4%), mentre solo l’11,5% indica i costi come principale ostacolo. Nel manifatturiero, l’AI trova applicazione soprattutto in dashboard operative intelligenti (15,4%), manualistica tecnica (13,4%), formazione HR (11,5%) e ottimizzazione produttiva (9,6%). Sul fronte degli investimenti, la maggioranza delle aziende (72%) destina tra l’1% e il 5% del fatturato alla digitalizzazione; un ulteriore 21% investe tra il 5% e il 10%, mentre solo il 2% supera questa soglia. Il 5% del campione, invece, non ha ancora avviato investimenti in quest’area. Sostenibilità: da obbligo normativo a leva competitiva La sostenibilità si attesta come un ulteriore elemento strategico dell’industria italiana, con un livello medio di maturità dell’89%. Il 74% delle imprese fino al 5% del fatturato a iniziative sostenibili, il 19% investe fino al 30% e solo il 7% non ha ancora investito in programmi strutturati. Per oltre il 35% ci sarà un aumento nei prossimi anni. A motivare gli investimenti sono soprattutto la compliance normativa (38%), la riduzione dei costi (34%) e il miglioramento della reputazione aziendale (28%).

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