Sono circa
200 mila le
mini e microimprese che a partire da oggi dovranno fare il loro ingresso nel
mondo della tracciabilità informatica dei rifiuti. Opifici artigianali e manifatture di piccole e piccolissime dimensioni, che rappresentano una fetta importante del tessuto economico nazionale ma che ancora faticano a tenere il passo delle imprese medie e grandi in termini di digitalizzazione dei processi. Per accompagnarle lungo il cammino della doppia transizione ecologica e digitale, la software house napoletana
Nica, azienda del
Gruppo Zucchetti specializzata nello sviluppo di applicativi gestionali per i rifiuti, e l'omologa bolognese
Rifiutoo hanno scelto di unire le forze, dando vita a una nuova sinergia che potenzia l’offerta nazionale di servizi informatici a supporto della compliance ambientale.
Con l'
ingresso di Nica nel capitale sociale di Rifiutoo, formalizzato nei giorni scorsi, le due aziende ICT avviano un percorso condiviso per la messa a punto di strumenti e servizi digitali dedicati a imprese ed enti alle prese con obblighi e responsabilità della normativa ambientale in materia di rifiuti, economia circolare e simbiosi industriale. Uno scenario in costante evoluzione, nel quale innovazione tecnologica e digitalizzazione dei processi sono sempre più driver di
competitività e sostenibilità.
“Transizione ecologica e digitale sono sempre più protagoniste dei piani di sviluppo delle imprese italiane. Per questo abbiamo scelto di arricchire le competenze ultratrentennali di Nica, specializzate nello sviluppo di applicativi al servizio dei grandi player del waste management, con il know-how di Rifiutoo specializzato sulle esigenze dei produttori iniziali di rifiuti. Una scelta strategica alla luce delle trasformazioni in atto sul fronte delle politiche ambientali, in particolare in vista della piena implementazione degli obblighi legati al Rentri”, dichiara
Giovanni Paone, amministratore unico di Nica.
A partire da questo 15 dicembre, infatti, il nuovo sistema informatico di tracciabilità dei rifiuti Rentri ha aperto le porte al terzo e ultimo scaglione di soggetti obbligati. Dopo le grandi imprese, i gestori ambientali e i produttori di rifiuti tra 50 e 10 dipendenti, toccherà ai produttori di rifiuti pericolosi
con meno di 10 dipendenti iscriversi alla piattaforma digitale nata per sostituire la gestione cartacea di registri di carico e scarico e formulari di trasporto. A partire dalla data di iscrizione, le nuove imprese dovranno tenere il
registro esclusivamente in modalità digitale mentre
dal 13 febbraio 2026 dovranno
abbandonare definitivamente il formulario cartaceo e passare al nuovo modello telematico.
Secondo il
Digital Intensity Index di Eurostat, tuttavia, nel 2023 solo il
58,7% delle imprese italiane tra 10 e 50 dipendenti ha raggiunto un
livello almeno basico di alfabetizzazione digitale. Legittimo immaginare che per quelle ancora più piccole il livello di propensione alla digitalizzazione possa essere addirittura inferiore. Cosa che di certo non agevolerà il passaggio alla nuova tracciabilità dei rifiuti. In questo scenario, i produttori e distributori di applicativi gestionali svolgeranno un ruolo fondamentale, affiancando e supportando le imprese con soluzioni sempre più integrate e semplici da calare nella propria vita operativa.