Riciclo dei rifiuti elettronici, solo un italiano su tre sa come fare

Telefoni cellulari, caricatori, chiavette usb, tablet e e-reader, auricolari e cuffie, powerbank e piccoli elettrodomestici: solo lo scorso anno ERP ha raccolto oltre 23.000 tonnellate di RAEE e più di 3.900 tonnellate di pile portatili esauste.

Autore: Redazione ImpresaGreen

Il Consorzio ERP Italia, uno dei principali Sistemi Collettivi senza scopo di lucro attivi in Italia per la gestione dei RAEE (Rifiuti di Apparecchiature Elettriche ed Elettroniche) e dei rifiuti di pile e accumulatori, ha realizzato l’indagine SWOA – Survey Waste & Opportunities Awareness – con l’obiettivo di misurare il livello di conoscenza, percezione e comportamento degli italiani rispetto al riciclo dei rifiuti elettronici. La fotografia emersa dalla ricerca, condotta su un campione rappresentativo di oltre 1.200 cittadini tra i 20 e i 60 anni, restituisce un quadro chiaro: il tema dei RAEE è ancora poco conosciuto, nonostante la crescente attenzione verso la sostenibilità. Il 73% degli italiani si considera preparato, ma più della metà (56%) non sa cosa significhi l’acronimo RAEE, e solo il 44% lo collega correttamente ai rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche. Anche i comportamenti dichiarati raccontano di un’Italia a due velocità: il 41% afferma di riciclare correttamente i RAEE, ma tra questi una parte significativa li conferisce in modo scorretto – il 25% nell’indifferenziato e il 22% tramite operatori non ufficiali. Il 36% conserva dispositivi elettronici a casa perché non sa dove portarli. Un dato che evidenzia come la volontà di fare bene ci sia, ma sia spesso frenata dalla mancanza di informazioni pratiche o dalla difficoltà di accesso ai punti di raccolta. Accanto a questi ostacoli culturali e logistici, l’indagine evidenzia una domanda latente di servizi più vicini ai cittadini. Tra le proposte più condivise spiccano l’introduzione di contenitori condominiali dedicati (65%), la raccolta porta a porta anche per i RAEE (60%) e più campagne informative sui canali tradizionali e digitali (55%). Nonostante le criticità, la ricerca segnala anche un segnale incoraggiante: circa un terzo della popolazione mostra un livello di consapevolezza più avanzato, conosce i RAEE, li conferisce attraverso i canali corretti e chiede maggiore trasparenza normativa e servizi più efficaci. Una base solida su cui costruire un miglioramento strutturale del sistema.

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