WWF: lalternativa per il Sulcis è la green economy

Il WWF esprime solidarietà ai lavoratori del Sulcis e li invita però a sollecitare istituzioni e sindacati perché si attui un piano di riconversione che rappresenti un'alternativa vera al carbone.

Autore: Redazione GreenCity

"Il passaggio dall'era dei combustibili fossili a quella dell'economia decarbonizzata è la vera speranza per il futuro non solo dell'ambiente, ma anche dell'occupazione – sottolinea Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia -  E' un passaggio, una transizione che va governata, evitando soluzioni apparentemente facili, ma costose e prive di prospettive reali anche in termini di posti di lavoro. Il carbone, il combustibile che, bruciando, rilascia le maggiori emissionidi anidride carbonica,  è ormai in declino, nonostante le pressioni costanti degli affaristi.  Fare a meno del carbone, e a seguire dei combustibili fossili in generale,  è una necessità ineludibile se vogliamo evitare i cambiamenti climatici disastrosi, oltre che danni molto gravi alla salute dei lavoratori e delle popolazioni. L'efficienza energetica e le fonti rinnovabili rappresentano ormai molto più che una prospettiva, sono già  l'alternativa e in rapida ascesa. Basti pensare che in Germania gli occupati nelle miniere di carbone, settore tradizionalmente forte in quel Paese, erano 500 mila  nel 1957 e sono oggi meno di  33 mila; di contro, i posti di lavoro nelle rinnovabili, sempre in Germania, sono oggi ben 370 mila e in aumento costante".  



Per il WWF, i piani per la transizione non vanno improvvisati, ma definiti avendo ben chiara  la visione. "Il Sulcis può divenire un vero e proprio laboratorio per evitare la sofferenza sociale e favorire il passaggio dell'occupazione dal fossile alla nuova economia; vanno escluse le soluzioni tampone che non hanno futuro. La cattura e stoccaggio del carbonio è inapplicabile come soluzione, visti i costi e la sperimentazione fallimentare a livello mondiale ed è irresponsabile da parte della politica spacciarla ora come una soluzione possibile.  Occorre però che Governo e Regione Sardegna abbiano un'idea chiara sulle prospettive industriali ed energetiche future del Paese e dell'isola, e che alle idee si accompagnino strategie e piani di azioneconcreti che attenuino il più possibile i disagi sociali. Questo è un banco di prova importante anche per le organizzazioni sindacali che, come hanno confermato al Summit di Rio, vedono nella Green Economy il futuro dell'occupazione, ma che devono cominciare a perseguire l'obiettivo a partire dalle situazioni concrete, impedendo il conflitto tra ambiente e lavoro. I lavoratori italiani, duramente colpiti dalla crisi, non meritano certo battaglie senza prospettive: a loro e al Paese va assicurato un futuro reale".

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