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Fase 2, Coldiretti: regolarizzazione migranti non basta, servono i voucher

Con il blocco delle frontiere in Italia secondo la Coldiretti sono venuti a mancare circa duecentomila lavoratori stranieri assunti regolarmente che arrivavano temporaneamente in Italia per la stagione di raccolta per poi tornare nel proprio Paese.

Redazione ImpresaGreen

"L’intesa raggiunta sulla regolarizzazione dei migranti non è risolutiva dei problemi del mondo agricolo anche per i tempi che non combaciano con quelli delle imprese". Lo afferma il presidente di Coldiretti Ettore Prandini nel sottolineare che nelle campagne le esigenze sono immediate mentre per la regolarizzazione ci vorrà tempo.
"Per questo – sottolinea Prandini – è necessaria subito una radicale semplificazione del voucher “agricolo” che possa ridurre la burocrazia e consentire anche a percettori di ammortizzatori sociali, studenti e pensionati italiani lo svolgimento dei lavori nelle campagne in un momento in cui scuole, università e molte attività economiche sono rallentate e tanti lavoratori sono in cassa integrazione".
"Le imprese agricole – continua Prandini – hanno bisogno anche di professionalità ed esperienza con il coinvolgimento delle stesse persone che ogni anno attraversano il confine per un lavoro stagionale per poi tornare nel proprio Paese. Non per tutti i lavori in agricoltura ci si può improvvisare ma – sostiene Prandini – per la maggior parte serve manodopera formata e qualificata, dalla potatura alla guida dei mezzi agricoli".
"Per questo – precisa il presidente della Coldiretti – va immediatamente aperto un canale di collaborazione con Paesi come la Romania da dove viene circa 1/3 dei lavoratori stagionali impegnati nelle campagne italiane con i quali nel tempo sono stati stabiliti rapporti fiduciari. Decine di migliaia di lavoratori rumeni secondo la Coldiretti sono potuti tornare a lavorare nelle campagne della Germania e della Gran Bretagna grazie a accordi tra i diversi Paesi che hanno utilizzato i corridoi verdi per la libera circolazione degli stagionali agricoli all’interno dell’Unione Europea durante l’emergenza coronavirus. E lo stesso Governo francese, al fine di far fronte alla carenza di manodopera agricola, ha annunciato la riapertura delle frontiere per permettere ai lavoratori europei di entrare in territorio francese per prestare la propria collaborazione nei campi".

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Pubblicato il: 13/05/2020

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