Ridurre gli sprechi di acqua è possibile grazie ai nuovi sistemi Culligan progettati su misura per il trattamento dell’acqua in ambito agricolo e industriale.
Redazione ImpresaGreen
La siccità del 2022 e del primo scorcio del 2023 ha acceso i riflettori su un problema cruciale per la nostra vita e per il benessere stesso del Pianeta: la carenza di acqua. I cambiamenti climatici stanno modificando drasticamente la disponibilità delle risorse idriche nelle diverse aree del mondo, con conseguenze che impattano direttamente su persone e imprese. L’acqua potabile che scende costantemente dai nostri rubinetti potrebbe non essere più un fatto scontato.
Il problema è aggravato dal trend di crescita della popolazione mondiale, che secondo l’ONU arriverà a quasi 11 miliardi entro la fine del secolo, facendo di conseguenza decollare i consumi di acqua.
La disponibilità di acqua dolce per l’agricoltura, l’industria, l’alimentazione e la salute sarà sempre più a rischio, tanto che, Secondo il World Economic Forum, già entro il 2030 la domanda potrebbe superare l’offerta del 40%[2]. Da un lato serve aumentare le risorse disponibili, ad esempio attraverso la desalinizzazione, dall’altro bisogna agire drasticamente sulla riduzione della domanda.
Il settore agroalimentare ha davanti a sé grandi responsabilità, dato che oltre a causare un terzo delle emissioni globali, è anche autore complessivamente del 90% dei consumi mondiali di acqua, tra agricoltura, che da sola ne consuma il 70%, e industria di trasformazione degli alimenti. Le industrie agroalimentari, quindi, sono oggi chiamate ad adottare un approccio sostenibile che ponga il risparmio idrico tra le proprie priorità.
Un orientamento green che prevede investimenti in tecnologie per il risparmio idrico, inoltre, comporta vantaggi dal punto di vista economico, soprattutto per quelle realtà multinazionali che operano in determinate aree del mondo. Basti pensare che i costi dell’acqua variano dai 0,6 €/m3 circa dell’Italia sino ai 5 €/m3 del Middle East e Brasile.
La ricerca e sviluppo ha reso disponibili innovazioni intelligenti antispreco che consentono il recupero delle acque utilizzate nei processi produttivi, coniugando risparmio idrico ed economico. Tra queste, il sistema Water Filtering Station di Culligan, leader mondiale nel settore del trattamento acqua con un'esperienza di oltre 80 anni e un approccio trasversale che copre tutta la filiera della qualificazione dell’acqua.
L’obiettivo era sfidante: entro il 2020 bisognava ridurre del 40% i consumi di acqua degli stabilimenti nel mondo, rispetto ai consumi del 2010. Con in mente questo traguardo, un’importante azienda leader a livello mondiale nel settore del packaging si è affidata a Culligan chiedendo un sistema di trattamento acqua in grado di recuperare gli scarichi delle macchine riempitrici (filling machines) per poterle riutilizzare nuovamente all’interno dello stesso processo. L'acqua potabile veniva utilizzata per il raffreddamento delle confezioni in modo continuo ad alte temperature (50°), con una portata variabile da 5 a 40 litri/min per macchina per poi essere scaricata con alti livelli di oli, grassi e perossido di idrogeno utilizzato per la sterilizzazione dei pacchetti.
Grazie al sistema Water Filtering Station (WFS) progettato da Culligan, l’azienda è oggi in grado di recuperare il 95% dell’acqua di scarto delle filling machine e di riutilizzarla nel processo. Gli impianti, realizzati con diversi stadi di filtrazione, provvedono alla rimozione completa di oli, grassi e perossido di idrogeno. Dopo la filtrazione, l’acqua viene inviata in un sistema di disinfezione UV che distrugge i microrganismi e poi raffreddata a temperature sotto i 15 °C. Infine, l’acqua viene sottoposta a test di controllo per misurare il PH per poi essere reimmessa nel ciclo produttivo.
Gli impianti sono dotati di un sistema di controllo automatico che si interfaccia direttamente con le macchine riempitrici. Considerando un parco macchine installato funzionante di 8.700 unità, il progetto ha un risparmio complessivo potenziale pari a quasi 31.000.000 m3 di acqua potabile all’anno, corrispondenti al consumo annuo di una città da 400.000 abitanti come Bologna.
Water Filtering Station (WFS) è in grado di riutilizzare l'acqua di scarto di vari processi industriali, recuperando dal 95% al 100% dell'acqua erogata, ed è disponibile in diverse taglie a seconda della necessità (40, 70 e 100 litri/minuto di acqua processata).
Il sistema può utilizzare diversi stadi di filtrazione per purificare l’acqua: filtro a coalescenza per la rimozione di oli e grassi, filtri meccanici che trattengono particelle con dimensioni fino a 1 micron e filtri a carbone attivo per rimuovere, tra le altre cose, il perossido di idrogeno.
Attualmente, nel mondo sono installate 26 unità WFS, tra Italia, Algeria, Nigeria, Francia, Germania, Spagna, Brasile, Argentina, Dubai, Arabia Saudita, Libano. Il risparmio complessivo annuale è di 600.000 m3 di acqua potabile, equivalente a 270 piscine olimpioniche o 400 milioni di bottiglie di acqua.
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