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Energia verde in espansione, ma gli esperti avvertono: Attenti alla bolla speculativa

Dopo la bolla internet e quella immobiliare è forse la volta dell’energia verde a mettere a dura prova l’economia mondiale?

Redazione GreenCity

Dopo la bolla internet e quella immobiliare è forse la volta dell’energia verde a mettere a dura prova l’economia mondiale?
Il grido d’allarme viene da Ginevra, dove i partecipanti al Jetfin Green 2009 hanno ascoltato gli oratori dipingere un quadro di questo settore industriale molto positivo, ma contemporaneamente pieno di insidie per l’economia globale.
La produzione di energia da fonti rinnovabili è in espansione, grazie anche al fatto di mettere d’accordo la ricerca di un guadagno – il “bieco capitalismo” – con la soddisfazione di fare qualcosa di “sociale”, di contribuire in qualche modo a migliorare il nostro pianeta.
"Le tecnologie delle energie rinnovabili sono arrivate ad essere estremamente competitive, dal punto di vista dei costi, nei confronti della rete,” ha detto Walther Lovato, portfolio manager alla società californiana di gestione patrimoniale Passport Capital.
Molto di questo sviluppo è dovuto ai sussidi governativi decisi in diversi paesi. "Circa $500 miliardi sono stati investiti sulle energie alternative, con grande enfasi sull’efficienza energetica," ha fatto notare Sandy Christie dell’inglese BlackRock Investment Management.
Questa focalizzazione sull’efficienza è relativamente nuova. Fino a tutto il 2008, per esempio, il Congresso americano ha tenuto in vita tariffe e dazi sull’importazione di etanolo, per finanziare la produzione locale dal grano, nonostante i dati dimostrassero come questa fosse più costosa e il carburante prodotto meno efficiente rispetto alla produzione dallo zucchero. Distorsioni del mercato come questa non sono più accettate dagli investitori, che hanno cominciato a voltare le spalle a quelle aziende troppo legate ai sussidi governativi nei loro business. Critiche sono state espresse anche nei confronti del governo spagnolo, che per diverso tempo ha sostenuto i produttori locali di celle fotovoltaiche con sussidi alle aziende e incentivi per investitori e consumatori. Chiusi i rubinetti del finanziamento pubblico, a causa della crisi finanziaria, il sistema è collassato, lasciando aziende come Suntech Power e First Solar alla mercè dei colpi del mercato.
"Abbiamo vissuto l’esperienza di una bolla dell’etanolo ed un’altra dei bocarburanti pochi anni fa, e abbiamo appena visto una bolla solare” è stato il commento di Roland Pfeuti, capo della divisione private equity di SAM, del gruppo finanziario di gestione patrimoniale olandese Robeco. Queste bolle erano spinte da “hot money”, quando gli speculatori si gettavano su investimenti considerati forieri di dare profitti velocemente, facendo girare grandi quantità di azioni e di soldi nel brevissimo periodo ma rovinando il mercato del lungo termine.
Il dubbio espresso a Ginevra è che queste bolle possano ripetersi, magari in forma ancora più violenta, considerate le accresciute dimensioni di questo settore industriale.

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Pubblicato il: 18/09/2009

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