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Limenet: due studi validano la sicurezza della tecnologia per lo stoccaggio della CO₂ in mare

Il primo, condotto a La Spezia con l’Università di Milano-Bicocca, ha dimostrato gli effetti positivi a medio termine della tecnologia di Limenet sugli ecosistemi marini. Il secondo, realizzato con il CNR di Messina, ha previsto dei test ecotossicologici che hanno confermato una valutazione positiva degli effetti a breve termine su organismi bioindicatori.

Redazione ImpresaGreen

Limenet – startup italiana che ha sviluppato una tecnologia innovativa per la rimozione della CO₂ dall’atmosfera e il suo stoccaggio in mare attraverso un processo chimico naturale con potenziali benefici per l’ecosistema marino – ha presentato in anteprima i primi risultati di due importanti studi scientifici sull’impatto ambientale della propria soluzione. Il primo è stato condotto nel 2024 a La Spezia in collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca, mentre il secondo è stato condotto sulle acque prodotte dall’impianto operativo di Augusta con il supporto dell’Istituto per le Risorse Biologiche e Biotecnologie (IRBIM) del CNR di Messina, a conferma del concreto impegno dell’azienda nella tutela degli ambienti marini.

Le evidenze scientifiche che attestano l’efficacia e la sicurezza della tecnologia Limenet rappresentano una tappa decisiva nel nostro impegno contro il cambiamento climatico – dichiara Stefano Cappello, CEO & Founder di Limenet Oggi più che mai siamo determinati a proseguire con convinzione su questa strada, forti del fatto che è stato dimostrato anche a livello scientifico che la nostra tecnologia, basata sullo stoccaggio della CO in una soluzione acquosa ricca di bicarbonati, che contribuisce alla riduzione delle emissioni, ma offre anche un importante co-beneficio: il contrasto all'acidificazione degli oceani.

Primo progetto di ricerca: gli effetti a breve e medio termine dell’esposizione di acqua marina naturale alla soluzione di bicarbonati (La Spezia)

I risultati emersi dalla sperimentazione condotta a La Spezia mostrano che trattamenti come quello sviluppato da Limenet – basati su soluzioni a pH equilibrato – possono contribuire a rendere più stabili e resilienti le comunità di fitoplancton, soprattutto in ambienti portuali, supportando il sequestro del carbonio e contrastando l’acidificazione. La professoressa Daniela Basso, docente all’Università degli Studi di Milano-Bicocca e scientific advisor di Limenet, che ha partecipato direttamente alla ricerca, ha dichiarato: “L’oceano assorbe naturalmente CO, abbassando il pH e creando un ambiente più acido, che mette a rischio gli equilibri dell’ecosistema marino. Per questo è stato fondamentale verificare, attraverso analisi approfondite, che la soluzione sviluppata da Limenet non danneggiasse organismi essenziali alla base della rete alimentare, come il plancton, e componenti fondamentali del benthos, cioè specie che vivono sui fondali marini e ne controllano la struttura. Il nostro esperimento ha dimostrato che non solo non vi sono effetti negativi, ma che questa tecnologia può apportare benefici concreti alla salute dell’ambiente marino contrastandone l’acidificazione.”

Secondo progetto di ricerca: valutazione eco-tossicologica degli effetti a breve termine dell’acqua prodotta dall’impianto di Augusta

La seconda sperimentazione è partita dal test su diversi campioni di acqua, dopo trattamento con la tecnologia sviluppata da Limenet, per valutarne la possibile tossicità su diverse specie marine. Batterie di saggi eco-tossicologici, realizzate su batteri, crostacei, micro-alghe e mitili sono stati condotti in collaborazione con l’IRBIM-CNR di Messina. I dati completi degli studi saranno pubblicati prossimamente su riviste internazionali di settore; tuttavia, come sottolineano Simone Cappello e Maria Genovese, ricercatori del CNR, “I risultati di questa seconda ricerca, sebbene preliminari, evidenziano chiaramente che l’acqua trattata e rilasciata dal processo Limenet non provoca, nelle concentrazioni analizzate, effetti negativi su nessuno degli organismi indicatori, appartenenti ai differenti livelli evolutivi in studio.”

“In questo primi 2 anni di vita siamo cresciuti molto, e molto velocemente, abbiamo venduto i primi crediti di CO2 equivalenti a 1.000 tonnellate di emissioni negative grazie all’accordo con KlimaDAO, Inoltre, grazie alla collaborazione con l’Autorità Di Sistema Portuale del Mar di Sicilia Orientale, abbiamo avviato il primo progetto in Italia, e tra i primi al mondo, di rimozione della CO2 dall’aria e del suo stoccaggio nel mare tramite i bicarbonati di calcio potendo iniziare così a fare la nostra parte nella grande partita della decarbonizzazione. Il nostro impianto di stoccaggio ad Augusta è oggi uno dei pochi al mondo certificati secondo lo standard ISO 14064-2 da un ente terzo, RINA. Inoltre, abbiamo registrato il progetto su Isometric, garantendone la conformità agli standard internazionali e assicurando trasparenza e tracciabilità ai nostri crediti di carbonio” – prosegue Stefano Cappello. “Ora i risultati positivi ottenuti da queste due ricerche ci dimostrano ancora una volta che stiamo andando nella giusta direzione. Siamo quindi fermamente convinti continuare ad unire innovazione e rigore scientifico, con la certezza che la ricerca sia uno strumento fondamentale per affrontare la crisi climatica e costruire soluzioni concrete di adattamento e mitigazione.”



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Pubblicato il: 09/06/2025

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