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Grazie a Greenpeace, anche H&M si impegna contro l'inquinamento

Il secondo rivenditore di abbigliamento al mondo si unisce alla promessa di Nike, Adidas e Puma verso un futuro senza sostanze tossiche, adottando i criteri stabiliti da Greenpeace per ripulire l'intera catena di fornitura.

Redazione GreenCity

H&M, il gruppo di abbigliamento svedese, ha annunciato che eliminerà le sostanze pericolose da tutti i processi produttivi legati alla fabbricazione dei propri prodotti, al massimo entro il 2020.
L'annuncio, frutto di una lunga trattativa con Greenpeace, è arrivato ieri dopo una settimana in cui gli attivisti di Greenpeace in 12 Paesi hanno attaccato sticker con il messaggio "Detox il nostro futuro" sulle vetrine dei negozi H&M e hanno portato avanti iniziative on line a livello globale.
"L'impegno di H&M non solo stabilisce la nuova tendenza per l'attuale stagione autunnale della moda e per quelle a venire, ma è un chiaro segnale rivolto ai suoi concorrenti: l'uso di composti pericolosi non è più in voga  - sostiene Vittoria Polidori, responsabile della campagna Inquinamento di Greenpeace - La promessa di H&M può catalizzare un cambiamento di sistema in grado di coinvolgere l'intera industria della moda".
Tra gli impegni assunti da H&M, Greenpeace sottolinea l'importanza per l'opinione pubblica del "diritto di informazione" che garantisce la piena trasparenza sull'uso e le emissioni dei composti chimici provenienti dagli impianti dei fornitori dell'azienda. L'obiettivo è pubblicare le prime informazioni entro la fine del 2012. La multinazionale ha promesso inoltre di adottare, entro due mesi, un Piano di azione che definirà in modo dettagliato le misure da intraprendere per raggiungere l'obiettivo "scarichi zero" al massimo entro il 2020. 
La campagna "Detox" nasce da ricerche condotte da Greenpeace in Cina e pubblicate nel rapporto "Panni sporchi", che hanno rivelato la connessione fra le più grandi aziende di abbigliamento e alcune fabbriche tessili che riversano sostanze tossiche nei principali fiumi cinesi. Ulteriori indagini hanno messo in luce la contaminazione da nonilfenoli etossilati in capi d'abbigliamento di 14 brand, incluso H&M. Queste sostanze, una volta disperse in acqua, si trasformano in un composto tossico, il nonilfenolo (NP) capace di alterare il sistema ormonale dell'uomo.  
"I quattro big dell'abbigliamento, Nike, Adidas, Puma e H&M, stanno ora lavorando sulle procedure che utilizzeranno per mettere in pratica l'impegno assunto. Greenpeace continuerà a collaborare con queste aziende e a incoraggiare gli altri marchi, inclusa l'italiana Kappa, a unirsi alla rivoluzione "Detox"" - conclude Polidori.


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Pubblicato il: 21/09/2011

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