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Sacchetti di plastica, Assoecoplast: Ok DL ambiente, ma filiera resta a rischio

AssoEcoPlast sostiene che l'eliminazione degli shopper di plastica "implicherà un'incredibile e illiberale distorsione del mercato visto che la norma in questione finirà col cancellare con un tratto di penna decine di aziende, per favorirne pochissime altre".

Redazione GreenCity

Gli shopper di plastica potranno circolare sostanzialmente fino al 2014. I sacchetti, infatti, potranno essere commercializzati fino al 31 dicembre 2012, termine entro cui il Governo dovrà emanare un decreto che regolamenta i sacchetti monouso ecologici, ma le sanzioni contro chi contravviene a questi divieti scatteranno a partire dal 31 dicembre 2013 e non più il 31 luglio di quest'anno. Sono queste le novità principali apportate all'art. 2 del DL Ambiente, decise dalla commissione Ambiente della Camera in un emendamento al decreto e che si auspica vengano confermate dall'Aula. 
AssoEcoPlast, associazione che raccoglie oltre 120 aziende su tutto il territorio nazionale che operano nel settore dei sacchi per asporto delle merci e che nelle ultime settimane si è impegnata in prima linea per far modificare il decreto, plaude al voto della Commissione Ambiente, ma resta fermamente convinta che il Governo debba avviare un confronto approfondito e con tempi certi, in quanto una questione così complessa e dalle conseguenze così pesanti dal punta di vista industriale e ambientale, non può essere liquidata attraverso un Decreto Legge. 
"Il cd Decreto Ambiente dello scorso 25 gennaio - spiega il presidente di AssoEcoPlast - aveva in pratica fissato la data del funerale della filiera industriale della plastica biodegradabile. AssoEcoPlast esprime tutto il suo apprezzamento per il lavoro portato avanti da parte dell'VIII Commissione Ambiente della Camera dei Deputati che, nonostante le ingiustificate resistenze del Governo, quanto meno è riuscita spostare in avanti questa data, portando il settore in uno stato che al momento potremmo definire di coma. Le imprese del settore e i quasi 9 mila addetti auspicano che nei prossimi mesi il Parlamento possa intervenire per rendere questo coma reversibile, risvegliare il settore ed impedire un notevole spreco di risorse pregiate sottratte all'alimentazione umana ed animale ed un danno ambientale".  
"Oltretutto - prosegue il presidente Maestrini - nonostante le indicazioni del Decreto, l'uso di bioplastica per scopi diversi dal contenimento della frazione umida della raccolta differenziata è sconsigliabile. Il fabbisogno italiano per l'umido, calcolato sulla base di dati del Consorzio Italiano Compostatori, è di circa 8.000 tnl/anno, ma già nel 2011 sono state introdotte sul mercato almeno 60-70 mila tonnellate di sacchi in bioplastica compostabile, quasi 9 volte di più di quella che serviva. E l'ulteriore inasprimento della norma potrebbe portare la bioplastica compostabile addirittura a raddoppiare. L'Italia si troverà quindi ad essere l'unico paese del mondo a consumare, o forse faremmo meglio a dire a sprecare una quantità di bioplastica 20 volte superiore alla reale necessità, provocando un danno e non certo un beneficio per l'ambiente"

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Pubblicato il: 09/03/2012

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