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Regioni, nitrati: a rischio i premi Pac per le aziende

Il commissario europeo all'Ambiente ha già dato l'avvio formale a una procedura informativa pre infrazione.

Redazione ImpresaGreen

Gli assessori regionali all'Agricoltura delle Regioni della pianura padana (Emilia Romagna, Lombardia, Piemonte, Veneto) hanno espresso al Dipartimento delle Politiche europee della Presidenza del Consiglio dei Ministri e al Ministro all'Agricoltura Catania le proprie perplessità rispetto al concreto rischio che l'applicazione delle novità introdotte nella recente Legge sviluppo bis in materia di nitrati di origine agricola possa comportare danni all'erario (in conseguenza di una possibile procedura di infrazione) e, soprattutto, rischi di restituzione dei premi Pac ricevuti per le aziende agricole che ne volessero usufruire.
Segnali precisi e non equivoci sono già arrivati da parte della Commissione europea, riferiscono gli assessori regionali, prima una lettera molto dura a firma del commissario europeo all'Ambiente e, nei giorni scorsi, l'avvio formale di una procedura informativa pre infrazione.
La riperimetrazione delle zone vulnerabili ai nitrati è un obiettivo comune delle Regioni padane, riferiscono gli Assessori, motivata dalla opportunità di aggiornare, alla luce della mole imponente di dati raccolti in questi ultimi anni, dello studio specifico che è stato commissionato a ISPRA dal Ministero Agricoltura, e delle ricerche che le Regioni stesse hanno prodotto, una perimetrazione che è stata effettuata molti anni fa. Questa possibilità è prevista e descritta dalla medesima Direttiva Nitrati, e pertanto non è questo l'ambito che crea preoccupazione.
Ben diversa è la previsione, contenuta nel comma 7 quater dell'art. 36 della Legge 221/2012, che nelle more della riperimetrazione delle zone vulnerabili alle medesime vengano applicate le limitazioni, molto meno impegnative, previste per le aree non vulnerabili.
Tale possibilità non è prevista dalla Direttiva europea e dovrebbe essere approvata dalla Commissione, per evitare una possibile procedura di infrazione; qualora giudicata non conforme al diritto comunitario, comporterebbe l'obbligo, da parte delle aziende agricole che intendessero avvalersene, di restituire i premi comunitari percepiti.
Queste le preoccupazioni che hanno spinto le quattro Regioni a richiedere al Governo un attivo coinvolgimento nella predisposizione delle risposte alla Commissione europea, a comunicare l'intenzione di non applicare la norma riguardante i limiti da utilizzare nelle zone vulnerabili fino a quando ne sarà stata chiarita la compatibilità al diritto comunitario (nonché fino a quando sarà stata predisposta la prevista rideterminazione del perimetro delle zone vulnerabili) e, da ultimo, a chiedere formalmente un incontro urgente con il ministro all'Agricoltura e con il ministro dell'Ambiente.

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Pubblicato il: 25/01/2013

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