Nonostante l'impegno dichiarato per la politica green e l'uso di
energia rinnovabile, Google ha erogato contributi "sostanziali" ad alcune lobby statunitensi contrarie alla tutela dell'ambiente. Il dato è emerso nell'elenco pubblico
delle aziende che beneficiano delle donazioni di Big G. Fra queste risulta più di una dozzina di organizzazioni che hanno fatto attivamente campagna
contro la legislazione a favore dell'ambiente.
Nell'elenco, ad esempio, figura il Competitive Enterprise Institute (CEI). È un gruppo politico conservatore, che ha contribuito a convincere l'amministrazione Trump ad abbandonare l'accordo di Parigi. Ha anche criticato la Casa Bianca per non aver smantellato un maggior numero di regole ambientaliste. Come fa notare
The Guardian, Google ha apertamente criticato la decisione degli Stati Uniti di abbandonare l'accordo globale sul clima, ma a continuato a sostenere il CEI.
Google risulta inoltre sponsor del prossimo incontro annuale della State Policy Network (SPN), un'organizzazione che supporta gruppi conservatori. I membri di SPN hanno recentemente creato un sito Web sul clima, in cui affermano che "il nostro ambiente naturale sta migliorando" e che "non c'è alcuna crisi climatica".
Un portavoce di Google ha dichiarato: "siamo stati estremamente chiari sul fatto che la sponsorizzazione di Google
non significa che avalliamo l'intera agenda delle aziende destinatarie degli investimenti. Potremmo non essere fortemente d'accordo su alcune questioni. La nostra posizione sui cambiamenti climatici è altrettanto chiara. Dal 2007 operiamo come società a emissioni zero e per il secondo anno consecutivo abbiamo raggiunto il 100% di energia rinnovabile per le nostre operazioni globali".
Tuttavia finanziando queste istituzioni si sostengono indirettamente i legislatori conservatori e, soprattutto, li si aiuta a finanziare l'agenda per la deregolamentazione che questi gruppi sostengono. Un portavoce di Google ha dichiarato di aver sponsorizzato organizzazioni politiche a 360 gradi a patto che sostenessero "forti politiche tecnologiche".
Politiche riconosciute all'American Enterprise Institute, che si è scagliato più volte contro gli "allarmisti" climatici. All'Americans for Tax Reform, che ha criticato le aziende che sostengono l'azione per il clima, e al Cato Institute, oppositore alla legislazione sul clima, che mette in discussione la gravità della crisi.
Secondo il New York Times,
Google non è l'unica. Anche Amazon, ad esempio, avrebbe erogato finanziamenti al CEI. Le aziende finanziate da Google sono centinaia, e il problema riguarda poco più di una dozzina di nomi. Secondo alcuni gruppi ambientalisti non dovrebbe essere accettabile il sostegno ad aziende di questo tipo, da parte di un'azienda che pretende di sostenere un'azione globale sui cambiamenti climatici.
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