Initial e BVA-DOXA insieme per una indagine su italiani e benessere all’interno degli spazi lavorativi. Intervistati oltre 650 manager, operanti in tutta Italia e in diversi contesti lavorativi come Horeca, RSA, palestre, uffici e negozi.
Redazione ImpresaGreen
Quando si parla di sicurezza sui posti di lavoro, si parla anche di wellbeing cioè di come rendere un dipendente motivato e felice, da un punto di vista fisico e psicologico, all’interno uno spazio condiviso durante le ore lavorative. Ma, in che termini si può parlare di benessere nelle aziende italiane? Come viene percepito questo tema dai manager italiani? In che modo la loro visione si riflette sui professionisti del Bel Paese?
Initial, azienda leader mondiale nella fornitura di servizi per l’igiene, la purificazione dell’aria e profumazioni per ambiente, ha commissionato a BVA-Doxa una ricerca utile a rispondere a queste domande. Durante il mese di settembre 2022 infatti, sono stati intervistati oltre 650 manager in bar-ristoranti, hotel e alberghi, RSA, palestre/spa, uffici e punti vendita con l’obiettivo di esplorare i temi del wellbeing, dell’igiene e della sicurezza negli ambienti di lavoro, porre un accento sul topic sostenibilità e per capire le evoluzioni in questo scenario post pandemia.
SMARTWORKING O LAVORO IN PRESENZA?
Per la stragrande maggioranza degli intervistati (85%) lo smartworking è un lontano ricordo, un dato questo giustificato dalla natura delle strutture coinvolte nel sondaggio le quali, una volta riaperte, necessitano della presenza in loco. A fare eccezione gli uffici, dove la presenza è totale solo nel 57% dei casi e il rimanente 43% è comunque prevalentemente in sede. Anche se l’alternanza tra smartworking e lavoro in presenza è una tendenza che sta prendendo piede in tutta Italia - Nord Ovest (17%); Nord Est (20%); Centro (8%) e Sud e Isole (15%) – presenziare in ufficio rimane un punto fisso della cultura italiana su tutto il territorio nazionale: 82% nel Nord Ovest, 80% nel Nord Est, 92% per il Centro e ben il 85% per il Sud e le Isole.
AREE DI LAVORO CONDIVISE E IGIENE, COME MIGLIORARLO?
Per l’80% degli intervistati l’elemento più importante per migliorare igiene, sicurezza e wellbeing sul posto del lavoro è dato dall’avere maggiore igiene delle superfici, insieme a spazi e bagni dotati di comfort, dispenser di saponi e carta per l’igiene delle mani. Una risposta questa che accomuna tutte le aree geografiche coinvolte: Nord Ovest (80%); Nord Est (81%); Centro (80%) e Sud e Isole (78%). Al secondo posto (47%) troviamo i purificatori d’aria, particolarmente importanti per RSA (60%) e palestre/spa (59%). Al terzo posto vi sono, praticamente a parimerito, l’ammodernamento degli spazi comuni (42%) e la profumazione degli ambienti (40%). In questo caso si rilevano valori significativamente più elevati per RSA (55%) e palestre/spa (47%).
IL WELLBEING: IMPORTANZA E CONSAPEVOLEZZA
Il tema del workplace wellbeing è molto importante per il 71% degli intervistati, un dato questo che assume rilevanza ancora più elevata presso hotel (83%), RSA (82%) e palestre/spa (80%). Sembra inoltre che l’attenzione sui temi del wellbeing sia decisamente aumentata (60% molto e 31% abbastanza) in seguito alla pandemia, in particolar modo presso hotel/alberghi (81% molto aumentata).
IGIENE NEGLI SPAZI CHIUSI: LA LEZIONE DELLA PANDEMIA
Per migliorare il benessere sul luogo di lavoro nel corso dell’ultimo anno, gli interventi principali sono stati la purificazione dell’aria (54%), l’ampliamento e la ridefinizione degli spazi (37%), l’ergonomicità delle postazioni (30%), l’introduzione di piante e nuovi elementi d’arredo (27%) e la creazione di zone relax (22%). Se consideriamo le aree geografiche, sia i professionisti di Nord Ovest (54%), Nord Est (51%), Centro (55%) e Sud e Isole (55%), l’intervento più utile è stato quello riferito a migliorare la qualità dell’aria. Emerge dunque in modo evidente come in Italia ci sia una maggiore consapevolezza sull’importanza di trascorrere tempo lavorativo all’interno di spazi con un’alta qualità dell’aria. Infatti, se la maggior parte degli intervistati hanno sentito parlare di inquinamento indoor e sono interessati all’argomento, solo il 5% dichiara di non essere attento alla tematica. Un dato che va oltre le nozioni basiche sull’argomento e che dimostra ancora quanta informazione c’è da fare. Tra gli intervistati infatti, è ben radicata la consapevolezza che l’inquinamento interno sia superiore (46%) o uguale (18%) a quello esterno, una consapevolezza non così scontata. Infine, solo il 22% degli intervistati è molto informata sui misuratori di qualità dell’aria interna, dati che ovviamente diventano molto diversi quando parliamo di RSA e hotel.
SICUREZZA E SOSTENIBILITÀ: DUE TEMI VICINI AGLI ITALIANI
Ma se il tema inquinamento indoor è un tabù che pian piano sta cadendo, quali sono gli elementi ritenuti più importanti per migliorare la gradevolezza degli ambienti? Al primo posto l’igiene dei sanitari del bagno (96%) e delle superfici (95%), ma anche l’aria pulita (91%), l’igiene delle apparecchiature (86%), dei cestini (79%) e una maggior frequenza delle disinfezioni (80%). Seguono le cassette di primo soccorso (63%) e la presenza di verde (35%) due aspetti sui quali c’è necessità di fare ancora molta informazione per trasmettere l’importanza di questi due aspetti. In seguito alla pandemia inoltre, si evidenzia un aumento anche dell’attenzione per i temi della sostenibilità negli ambienti di lavoro, che si declina in una grande importanza attribuita alla raccolta differenziata (81%) e, seppur in misura inferiore, alla scelta di prodotti ecologici e certificati (53%) e ad una maggior sensibilizzazione sui temi della sostenibilità (50%), oltre alla scelta di fornitori certificati (52%) e di partner/fornitori con approccio green e sostenibile (42%). Tutte azioni che in alcune aziende tra quelle intervistate risultano già in essere o in programma per il prossimo futuro.
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