Secondo il primo Studio sulla Biodiversità Forestale realizzato da Rete Clima, per 9 aziende su 10 creare nuove foreste è utile sia per la tutela della biodiversità che per contrastare il riscaldamento climatico.
Redazione ImpresaGreen
Creare nuove foreste come risorsa per tutelare la biodiversità e contrastare il climate change è, secondo 9 aziende su 10, una strategia vincente per affrontare con approccio integrato la grande sfida climatica di questo secolo. Infatti, il 64% delle aziende suggerisce quanto sia necessaria una gestione forestale più attiva rispetto a quella attuale. Il 78% afferma inoltre che la tutela della biodiversità aiuta a contrastare il cambiamento climatico e che, viceversa, adoperarsi per mitigare gli effetti della crisi può apportare benefici alla biodiversità stessa, confermando la necessità di adottare strategie ad ampio spettro.
È quanto emerge dal primo Studio sulla Biodiversità Forestale realizzato da Rete Clima, Impresa Sociale che dal 2011 accompagna le imprese verso percorsi ESG e decarbonizzazione. Attraverso una survey rivolta alle aziende, ma anche analisi di contesto, approfondimenti, best practice e case history, Rete Clima ha scattato un’istantanea sulla percezione delle aziende sulla biodiversità, sulle foreste e sull’importanza del capitale naturale, tracciando la linea di partenza per uno studio pilota che intende offrire spunti di riflessione e porre una base per futuri approfondimenti in merito alle metodologie utilizzate e quelle da adottare.
“In un momento storico tanto complesso, la crisi climatica ha assegnato a cittadini, istituzioni e aziende un ruolo decisivo nella costruzione di un futuro sostenibile. Il modo in cui le imprese operano in termini di strategia ed azioni ESG può rappresentare infatti la chiave di volta sia per responsabilizzare i consumatori che per indirizzare le istituzioni”, spiega Paolo Viganò, Fondatore e Presidente di Rete Clima. “Questa prima indagine ci ha permesso di comprendere il reale punto di consapevolezza delle aziende in merito a biodiversità, cambiamento climatico e ruolo delle foreste. Emerge chiaramente come il climate change e la preservazione del nostro ecosistema siano temi su cui c’è ampia consapevolezza. È invece ancora molto il lavoro di sensibilizzazione da fare in merito alle tematiche inerenti la gestione del patrimonio forestale e la sua relazione con la biodiversità che, sebbene percepita, è da diffondere in maniera più efficace”.
Lo studio mostra una percezione piuttosto disomogenea circa lo stato del patrimonio forestale nazionale: nonostante la superficie forestale in Italia sia aumentata negli ultimi 30 anni e arrivi a coprire circa il 40% della superficie nazionale, per il 32% degli intervistati è invece diminuita, e per un 20% è invece “drasticamente” diminuita. Per quanto riguarda la gestione di questo patrimonio, inoltre, il 62% ha risposto in maniera coesa rilanciando sulla necessità di gestire in modo attivo e sostenibile le foreste italiane.
Per quanto riguarda le foreste urbane, il 30% degli intervistati ne ritiene importante la conservazione, il ripristino e la tutela, il 24% ne riconosce l’importanza per la salute ambientale e per il contrasto all’inquinamento e il 14% il ruolo nella difesa della biodiversità. Solamente il 2% considera gli incendi boschivi un tema di considerevole peso mentre nessuno degli intervistati ritiene che il verde urbano possa avere un valore economico. Eppure i servizi ecosistemici, ovvero i benefici multipli forniti dalle foreste al genere umano, su tutto il territorio nazionale hanno un valore annuale complessivo che si stima arrivi a superare i 220 miliardi di euro. Le foreste urbane aiutano infatti a ridurre l’inquinamento atmosferico e le isole di calore, aumentano il sequestro di CO2, contribuiscono a regolare il ciclo dell’acqua e a contrastare il dissesto idrogeologico, creano nuovi spazi aggregativi. Inoltre, negli ambiti residenziali gli alberi possono generare un miglioramento della qualità dell’aria e della fruizione urbana, una riduzione dell’uso dei condizionatori nei mesi caldi e aumentare l’appetibilità del luogo - e quindi il valore degli immobili - anche del 20%.
In merito alla comunicazione ambientale, lo Studio sulla Biodiversità Forestale di Rete Clima sottolinea l’urgenza di maggiori campagne di informazione e comunicazione (26%), di iniziative che stimolino la partecipazione pubblica generale (24%) e di narrazioni non tendenziose e proattive (22%) che incentivino la consapevolezza nelle aree urbane (18%) e agevolino una diversa visione del comparto forestale (6%). La survey, in ultimo, identifica i giovani (14%), i decision maker (28%) e la popolazione urbana (8%) come gruppi target cui rivolgersi.
Notizie che potrebbero interessarti:
POLIMI Graduate School of Management lancia Net...
CdC Rieti- Viterbo: formazione gratuita sul...
Lucart confermata da Ecovadis tra i leader...
Rete Clima al Salone della CSR calcola Carbon...
Logitech: dal 2020 evitate complessivamente...
Capgemini: le organizzazioni stanno...