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Nella Puglia delle barriere coralline, Derbigum interviene rispettando l'ambiente

L'intervento di recupero per la copertura dell'ex Villa Morath, situata a Ostuni nella splendida località Costa Merlata, è stato condotto da Derbigum nel rispetto dell'antica tradizione costruttiva senza però rinunciare al comfort, alla necessità di raffrescamento passivo e a soluzioni perfettamente integrate al caratteristico paesaggio pugliese.

Redazione ImpresaGreen

Una delle meraviglie dell’Italia è la città bianca di Ostuni, con il suo mare limpido, i suoi ulivi secolari e le sue spiagge da sogno. Ma anche con i suoi caratteristici tetti, bianchi e a cupola appuntita, che richiamano la tradizionale architettura dei trulli di Alberobello e della Valle d’Itria. È proprio nella località di Costa Merlata, a pochi km dal centro di Ostuni, che sorge l’ex Villa Morath, per la quale Derbigum, multinazionale belga specializzata nell’impermeabilizzazione delle superfici e coperture, ha collaborato al lavoro di restauro del tetto, di quella che oggi è ormai una struttura ricettiva di lusso. Un intervento strutturalmente molto complesso, proprio per la caratteristica forma a cupola delle coperture, ultimato grazie alla progettazione del DAC – Derbigum Approved Contractor locale, che ha trovato il modo di posare la membrana bianca riflettente DERBIBRITE con una resa estetica davvero straordinaria e rispettando la necessità di raffrescamento passivo dell’edificio.
Realizzata negli anni ’80, l’ex Villa Morath era in origine un circolo nautico, poi trasformatasi con il passare degli anni in un’abitazione privata, in un ristorante, in una discoteca e oggi, dopo il restauro del 2018, nel residence di lusso “Sole in Me Resort” di proprietà della società “Paesi della Luce”. Una vera perla immersa nella natura, l’ex Villa Morath si erge su uno sperone roccioso tra due insenature di Costa Merlata, una delle quali incornicia una meravigliosa spiaggia libera. L’area di circa 17.000 mq, di cui 2600 mq costituiti dagli immobili con la caratteristica cupola, erano originariamente suddivisi in 20 stanze, tra grandi saloni e una piscina.
L’architettura qui richiama quella dei trulli, le tipiche costruzioni realizzate a partire dal XVI secolo nelle campagne pugliesi, concentrati soprattutto ad Alberobello, città riconosciuta Patrimonio Mondiale dell’Umanità dall’UNESCO. La vicinanza dell’altopiano delle Murge ha infatti fornito la materia prima per la realizzazione di questi edifici, una pietra calcarea chiara utilizzata per erigere i muri perimetrali a secco, chiusi in sommità da una copertura conica bianca. Gli antichi trulli sono, tra l’altro, un esempio straordinario di architettura bioclimatica: l’elevato spessore delle murature, unito alla forma del tetto, comporta una notevole inerzia termica della costruzione, garantendo ambienti freschi in estate e una buona conservazione del calore durante l’inverno.
È proprio per l’esigenza di mantenere l’armonia con il bianco paesaggio circostante e rispettare le esigenze di raffrescamento passivo che la scelta della committenza è ricaduta su DERBIBRITE , soluzione in grado di coniugare tradizione e tecnologia senza compromettere l’immagine architettonica.
Membrana bituminosa, bianca e impermeabile, grazie all’esclusivo coating “ceramizzato”, DERBIBRITE NT vanta altissimi valori di riflettanza solare ed emissività (si parla dell’81% per entrambi). Il SRI – Solar Reflectance Index, calcolato secondo la ASTM E 1980-01 - è infatti pari a 100, ciò significa la possibilità di risparmiare energia grazie al raffrescamento passivo dell’edificio, evitando così l’uso continuo dell’impianto di climatizzazione. Al contrario delle coperture realizzate con manti impermeabili tradizionali, che in estate raggiungono di norma gli 80-85°C, un tetto in DERBIBRITE non supera mai i 40-45°C, aumentando sensibilmente il benessere termico dell’ospite, anche in spazi non condizionati.  

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Pubblicato il: 18/03/2019

Tag: Building