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Gruppo CAP presenta il suo primo piano di sostenibilità

In occasione del convegno “L’industria che verrà”, il gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano presenta la sua roadmap per rispondere alle sfide di sostenibilità attuali e future.

Redazione ImpresaGreen

Ridurre il consumo di acqua per portare la Città metropolitana di Milano a raggiungere la media europea. Triplicare il numero di utenti che bevono solo o quasi acqua del rubinetto. Recuperare la maggior quantità possibile di materia ed energia in ottica di economia circolare, riducendo le emissioni di CO2 e la dispersione di acqua nella rete. Rendere le città più resilienti, puntando su sistemi efficaci di drenaggio urbano. Non ultimo, guidare la trasformazione digitale, investendo nei servizi al cliente e nelle tecnologie più avanzate applicate alla rete e agli impianti.  
Sono solo alcuni degli ambiziosi obiettivi che Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, ha inserito nel suo primo piano di sostenibilità, realizzato con il coordinamento dell’Area Sustainability di The European House – Ambrosetti, e presentato oggi in occasione del Convegno “L’industria che verrà. Sensibile, Resiliente, Capace di Innovare. Come cambia il panorama industriale di fronte ai nuovi scenari economici, sociali, tecnologici e ambientali”.
 Il piano ha un orizzonte di lungo periodo, il 2033: un arco di tempo per immaginare l’evoluzione degli scenari futuri e anticipare l’impatto dei principali trend sociali, ambientali ed economici sulla vita dei cittadini. 
Il piano di sostenibilità di Gruppo CAP nasce dall’esigenza di comprendere come fare industria idrica in un contesto mutevole, in cui il rischio globale diviene l’orizzonte fondamentale del pianeta, spiega Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Una riflessione che si può estendere all’industria tout court e in particolare a quella pubblica, soprattutto nell’ambito della gestione di servizi di pubblica utilità. Il piano di sostenibilità è l’espressione del nostro impegno verso una crescita sempre più sostenibile e responsabile, che coinvolge i territori e la società in cui operiamo”. 
Consumare meno, consumare meglio è una delle sfide di sostenibilità che l’azienda pubblica intende affrontare da qui al 2033. Con un consumo medio per abitante di 241 litri al giorno (per gli utenti CAP il valore è di 199 litri), l’Italia si conferma al primo posto in Europa per consumo pro-capite a fronte dei 180-190 litri utilizzati quotidianamente da un cittadino del Nord Europa. L’obiettivo di CAP è proprio quello di avvicinarsi alla media europea, tagliando gli sprechi di acqua potabile e incentivando l’utilizzo di acqua depurata per usi non domestici (irrigazione, pulizie) passando dai 750 mila metri cubi attuali fino ad arrivare a 6 milioni di metri cubi al 2033.
Parallelamente, la lotta agli sprechi si basa sulla riduzione delle perdite idriche che prevedono l’efficientamento della rete e degli impianti e l’installazione degli smart meter, sistemi di nuova generazione che consentono per ogni singola utenza la gestione dei consumi a distanza con un costante monitoraggio dei consumi e delle eventuali perdite.  Prima azienda in Italia ad aver adottato il Water Safety Plan (WSP), Gruppo CAP nel 2018 ha esteso il Piano per la sicurezza dell’Acqua a 7 nuovi sistemi acquedottistici (SAC) della Città metropolitana di Milano, con la prospettiva di implementarlo entro il 2022 in tutti i 134 Comuni serviti.
Il Piano prevede l’applicazione di tecnologie e competenze avanzate come, l’innovativo sistema di monitoraggio Early Warning che consente di controllare i parametri dell’acqua in tempo reale e 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Per Gruppo CAP, l’adozione di un sistema sempre più circolare è essenziale per il ciclo idrico integrato dell’acqua.
Chiudere il cerchio è l’ambito di azione in cui CAP vuole ridefinire la sua governance per minimizzare l’impatto ambientale in termini di emissioni e consumo di risorse. Il piano mira a recuperare dalle attività produttive la maggior quantità possibile di energia e materia, per arrivare a ridurre entro il 2033 l’impatto di CO2 del 40% e il volume dei fanghi (gli scarti prodotti dalla depurazione dell’acqua) dell’87%. Ed è proprio sul fronte dei fanghi di scarto che si gioca una delle più importanti sfide in ottica di economia circolare. Biometano e fertilizzanti e altri sottoprodotti ad alto valore aggiunto per il settore dei chemicals, come fosforo e azoto, sono le nuove risorse nate dal processo di riconversione circolare. Grazie a una politica di ottimizzazione delle perdite idriche, Gruppo CAP ha inoltre l’obiettivo di migliorare l’efficienza della sua rete, per passare da una dispersione del 24% al 15%, allineandosi al target europeo, e arrivare nel 2033 a una sensibile riduzione dell’acqua immessa nella rete, che sarà di un terzo rispetto alla portata attuale.
Si tratta di un vero e proprio programma di protezione della risorsa idrica, che prevede una campagna di investimenti di 64,3 milioni nei prossimi cinque anni (2018-2022), in media 13 milioni all’anno, per permettere l’ottimizzazione della gestione  delle infrastrutture mediante l’attivazione selettiva dei pozzi a più bassa concentrazione di nitrati, la realizzazione di interventi di interconnessione finalizzati alla condivisione di acqua di elevata qualità tra i diversi territori serviti, ma anche la gestione preventiva del rischio sull’intera filiera dell’acqua potabile.  Il futuro della gestione idrica integrata di CAP passa anche dalla capacità di rendere smart reti e impianti. Il campo di azione dell’impresa digitale è rappresentato dalla trasformazione dell’offerta ai clienti che mira a diventare un servizio integralmente digitale e personalizzato, con bollette online, contratti paperless gestibili a distanza, nuovo call center interattivo, etc.  
Il futuro per CAP è rappresentato da reti e impianti che saranno sempre più smart, grazie a un incremento degli investimenti progressivo che raggiungerà nel 2033 quota 50 milioni. Un mix di investimenti e implementazioni con tecnologia 4.0 applicata in ogni ambito: dall’automazione delle attività industriali a partire da quelle ad alto rischio (5 impianti) alla conversione integrale di 15 impianti a controllo remoto, dallo sviluppo di una nuova control room con tecnologie di cloud computing e di analisi di dati in tempo reale, all’introduzione della modellazione in continuo su 5.000 km di reti acquedottistiche, passando dalla formazione high-tech per i dipendenti.

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Pubblicato il: 09/05/2019

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