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Lexmark, l’economia circolare va oltre il semplice riciclo

Giancarlo Soro, AD di Lexmark Italia, interviene sul un tema: “L’economia circolare è un ambito molto interessante in cui operare. I benefici comprendono opportunità per nuovi flussi di fatturato, riduzione dei costi, supply chain più efficaci, e migliori business intelligence e innovazione”

Redazione ImpresaGreen

Il concetto di economia circolare è stato varato negli anni ’90: da allora molto è successo, come spiega  Giancarlo Soro, AD di Lexmark Italia: "Si tratta di molto più che di semplice riciclo: circolare significa impiegare materiali sostenibili, progettare prodotti longevi e semplificarne la manutenzione e la riparazione, e ovviamente il loro riciclo quando giungono al loro limite di obsolescenza. Prevede anche l’assunzione di un approccio di trade-in, oltre a modelli di business di condivisione di prodotti e servizi.”
Anche se molti sostengono che la sua adozione non sia stata sufficiente rapida, un progresso c’è stato: “La rete European Circular Economy Stakeholder Platform oggi vanta 350 membri nell’EU e, a maggio dell’anno scorso, l’American Chemistry Council (ACC) Plastics Division ha annunciato tre ambiziosi obiettivi che cristallizzano l’impegno dei produttori di resine plastiche americani a riciclare o recuperare tutto il packaging in plastica usato negli USA entro il 2040”, racconta Soro. lexmark giancarlo soro
Giancarlo Soro, AD di Lexmark Italia

Esempi virtuosi
Come illustra Soro, negli ultimi due anni ci sono stati numerosi annunci da parte di note aziende di alto profilo che si spera possano influenzarne altre: Starbucks si è impegnata a ridurre gli sprechi abolendo gradualmente le cannucce entro il dicembre 2020, eliminando oltre 1 miliardo di cannucce l’anno. Ikea mira a divenire “people and planet positive by 2030” progettando tutti i prodotti secondo i principi dell’economia circolare, impiegando solo materiali rinnovabili e riciclati e offrendo servizi che semplificano il lascito dei prodotti tra persone”.  
I driver sottostanti all’adozione di un’economia circolare comprendono il riconoscimento che le risorse sono finite e che, in alcuni casi come per i raccolti, sono influenzate dai cambiamenti climatici. “Le imprese che vogliono sopravvivere devono tutelarsi rispetto a una carenza di materie prime e al risultante aumento dei costi. La situazione non è però negativa, si tratta di scatenare un potenziale di 4,5 triliardi di dollari  in nuova crescita economica entro il 2030, identificata come possibile da Accenture”, argomenta Soro. Tutto ciò rende l’economia circolare un ambito molto interessante in cui operare: “Per le aziende, che devono costantemente ridurre i costi, scoprire i vantaggi finanziari dei modelli di business circolari dovrebbe rappresentare un ottimo incentivo per adottarli. I benefici comprendono opportunità per nuovi flussi di fatturato, riduzione dei costi, supply chain più efficaci, e migliori business intelligence e innovazione”, commenta Soro.  

Cinque modelli di business
Accenture identifica cinque modelli di business che prevede guideranno l’economia circolare.
Il primo è la Condivisione di Piattaforme che massimizzano l’utilizzo di asset sottoutilizzati come stanze d’albergo, veicoli o beni di largo consumo (nelle economie mature l’80 percento degli elettrodomestici tipici viene usato solo una volta al mese). La proprietà verrà sostituita con Products-as-a-Service, con pagamenti basati sul reale utilizzo. Entrambi questi modelli incoraggiano la manutenzione sul lungo periodo, la longevità e l’efficienza dei prodotti. Poi c’è la Product Life Extension, che si basa sulla riproduzione e riparo di prodotti usati per dar loro nuova vita presso i clienti nuovi o esistenti. Gli ultimi due sono Circular Supply Chains per consentono a fornitori e partner di usare materiali riciclati ripetutamente, assicurando risparmi e prevedibilità della supply chain; e Recovery and Recycling, che diminuisce i costi e i volumi di rifiuti e discariche.  
“Nel momento in cui si comprende che l’economia circolare rappresenta un modo per migliorare i conti, imprese, banche e istituzioni pubbliche devono collaborare al fine di promuovere questa consapevolezza”, enfatizza Soro.

Oltre la riduzione di rifiuti e il riciclo
Come già accennato, una reale economia circolare è molto di più che la riduzione di rifiuti e il riciclo. “Principi di eco-design devono essere adottati sin dall’inizio affinché materiali dalle risorse limitate possano essere progettati al di fuori della supply chain. Il report 2018 Environmental Responsibility Report Progress Report di Apple conferma che si è impegnata a una “closedloop” supply chain nel 2017, e materiali quali i minerali vengono oggi recuperati da dispositivi obsoleti con l’obiettivo di terminare lo sfruttamento delle miniere. Allo stesso modo, in Lexmark, le cartucce restituite allo stabilimento attraverso il programma Lexmark Cartridge Collection Programme (LCCP) vengono disassemblate, e i componenti adatti al riutilizzo vengono selezionati e impiegati nella produzione del nuovo. Quest’anno il key performance indicator (KPI) corporate social responsibility (CSR) di Lexmark mostra un notevole progresso rispetto al 2015. Nella creazione di rifiuti, l’azienda vanta un tasso di riciclo del 74 percento, e il suo obiettivo di ridurre i consumi in fase di sleep per i dispositivi multifunzione laser a colori è giunto al 93 percento”, spiega Soro.  
In sostanza, l’economia circolare rappresenta la possibilità di sbloccare nuove opportunità di crescita: “La scarsità di risorse è quasi un falso problema, ma se questo timore aiuta a modificare le percezioni circa i rifiuti, allora è un bene. Lo spreco è insito nei modelli di business da sempre, ma si può trasformare in ricchezza mantenendo risorse, componenti, prodotti e servizi nel modo più economico possibile e il più a lungo possibile. Come per tutte le innovazioni, gli early adopter saranno quelli che ne beneficeranno di più”, conclude Soro. 

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Pubblicato il: 31/07/2019

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