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Ice: export arranca per 3 imprese su 4, sos dazi

"Per fronteggiare gli effetti della pandemia sull’export va promosso un piano straordinario di internazionalizzazione con la creazione di nuovi canali e una massiccia campagna di comunicazione per le produzioni 100% Made in Italy e per la stessa Italia, a partire da quei paesi dai quali i flussi turistici sono storicamente più consistenti” ha affermato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini.

Redazione ImpresaGreen

Tre imprese agroalimentare su quattro (74%) che esportano ha registrato una diminuzione delle vendite all’estero per effetto di una pioggia di disdette provenienti dai clienti di tutto il mondo a causa dell’emergenza coronavirus.
E’ quanto emerge da un’indagine Coldiretti Ixe’ in occasione della presentazione del XXXIV Rapporto Ice e dell’Annuario 2020 Istat-Ice, con il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Luigi Di Maio, che ha positivamente espresso la volontà di trasformare le ambasciate in casa delle imprese.
"A pesare è stata inizialmente la disinformazione, strumentalizzazione e concorrenza sleale, anche di Paesi alleati – denuncia Coldiretti -, con addirittura la assurda richiesta di certificati “virus free” sui prodotti agroalimentari Made in Italy a cui si è aggiunta successivamente la drammatica crisi della ristorazione a livello globale che vede la cucina italiana protagonista in tutto il mondo. Il risultato è un conto salatissimo per l’agroalimentare tricolore dove a pagare sono stati soprattutto il settore del vino e del florovivaismo, ma difficoltà sono segnalate anche per ortofrutta, formaggi, salumi e conserve".
Un danno per l’intera economia nazionale, dove l’export agroalimentare ricopre un ruolo di traino per l’intero Made in Italy, dopo che nel 2019 ha fatto registrare il record storico raggiungendo il massimo di sempre a 44,6 miliardi, secondo un’analisi Coldiretti su dati Istat. Un risultato messo ora a rischio dalla pandemia con le esportazioni alimentari a maggio che sono calate dell’11,9% rispetto all’anno precedente.
Ma la situazione rischia di diventare ancora più pesante – spiega Coldiretti – dopo la scadenza dell’ultimatum del presidente degli Stati Uniti Donald Trump per l’applicazione di nuovi dazi ad una lista di prodotti europei che per l’Italia riguarda un valore dell’export di 3 miliardi, e si estende tra l’altro proprio a vino, olio e pasta Made in Italy oltre ai formaggi e salumi che sono stati già colpiti. Nell’ambito del sostegno Ue ad Airbus gli Usa – sottolinea la Coldiretti – sono stati autorizzati dal Wto ad applicare sanzioni per un limite massimo di 7,5 miliardi di dollari all’Unione Europea che tuttavia lo scorso 24 luglio, a seguito dell’annuncio del consorzio Airbus della revisione degli aiuti di Stato ricevuti, che rende i sostegni “pienamente conformi alla sentenza dell’Organizzazione mondiale del commercio (Wto), ha invitato gli Stati Uniti a rimuovere immediatamente tali dazi, che sarebbero ora ingiustificati.
Un contenzioso che per l’Italia riguarda i 2/3 delle spedizioni agroalimentari totali con gli Usa che – precisa la Coldiretti – minacciano di aumentare i dazi fino al 100% in valore e di estenderli a prodotti simbolo del Made in Italy, dopo l’entrata in vigore il 18 ottobre 2019 delle tariffe aggiuntive del 25% che hanno già colpito specialità italiane come Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Gorgonzola, Asiago, Fontina, Provolone ma anche salami, mortadelle, crostacei, molluschi agrumi, succhi e liquori come amari e limoncello.

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Pubblicato il: 10/08/2020

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