Calo record dei
consumi di energia (-22%) nel II trimestre 2020 rispetto allo stesso periodo del 2019. Il picco negativo è stato raggiunto ad aprile (-30%) in coincidenza con il
lockdown, mentre su base semestrale la riduzione è stata del 14% rispetto alla prima metà del 2019. Inoltre, il forte calo dei
consumi di energia elettrica (-13%) ha accresciuto il ‘peso’ delle fonti
rinnovabili che nel mese di
maggio hanno soddisfatto oltre il 50% della domanda di elettricità (il 20% da eolico e solare), raggiungendo un
nuovo massimo storico.
È quanto emerge dall’
Analisi trimestrale del sistema energetico italiano dell’ENEA che registra anche una rilevante diminuzione delle
emissioni di anidride carbonica (-26% nel II trimestre e -17% nel I semestre).
“I cali di consumi e di emissioni sono senza precedenti. E, anche nell’ipotesi ottimistica di un ritorno alla normalità nella seconda parte dell’anno, a fine 2020 la flessione sarà probabilmente superiore al record negativo del 2009 (-6% dei consumi di energia)”,
spiega Francesco Gracceva, il ricercatore ENEA che ha curato l’Analisi. “Le emissioni sono diminuite più dei consumi di energia in quanto si è ridotto principalmente il ricorso alle fonti fossili con maggiore intensità carbonica, come carbone e petrolio”. Nel secondo trimestre, infatti, la domanda di petrolio è diminuita del 30%, quella di gas naturale del 18% e le importazioni di energia elettrica sono crollate del 70%
a fronte di un aumento del 7% delle fonti rinnovabili. Tuttavia, le stime preliminari evidenziano consumi di energia in ripresa a luglio rispetto ai mesi precedenti – anche se restano molto inferiori rispetto ai livelli allo stesso mese del 2019 – sulla spinta del traffico stradale, ormai vicino ai livelli dell’anno scorso per i veicoli pesanti, e del traffico aereo, raddoppiato in luglio rispetto al mese precedente.
Le condizioni eccezionali che hanno caratterizzato la prima parte dell’anno, hanno consolidato il miglioramento (+15%) iniziato nella seconda metà del 2019 dell’indice sintetico
ISPRED, elaborato da ENEA per monitorare la transizione del sistema energetico sulla base dell’andamento dei prezzi, della sicurezza e del livello di emissioni. Sul fronte
prezzi, l’indice ha registrato un forte incremento (+20%) grazie ai livelli eccezionalmente bassi nei mercati all’ingrosso del gas e dell’elettricità, con una riduzione degli spread “storici” dei prezzi al dettaglio italiani rispetto a quelli europei. In particolare, per l’
elettricità si segnala un calo medio di circa il 20% per le diverse classi di consumo delle utenze non domestiche.
Tuttavia, per il terzo trimestre, è prevista un’inversione di tendenza a causa dell’aumento del costo del dispacciamento in relazione alla necessità di garantire la sicurezza del sistema elettrico. Per il
gas naturale, i piccoli consumatori industriali hanno beneficiato di una riduzione del 27% del prezzo rispetto allo stesso periodo del 2019, con una previsione per il III trimestre sui livelli più bassi degli ultimi sette anni. Per i consumatori domestici la riduzione è stata del 25% sul trimestre precedente.
Quanto alla
decarbonizzazione, il crollo delle
emissioni di CO2 ha determinato un forte miglioramento di questa componente dell’indice (+30%). “Tuttavia è plausibile che in uno scenario di ritorno dell’attività economica sui livelli pre-crisi, la traiettoria delle emissioni torni a discostarsi dagli obiettivi al 2030, se si confermasse il trend degli ultimi anni di modesto disaccoppiamento tra andamento dell’economia e consumi di energia”, conclude Gracceva.
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