L’89% degli intervistati ritiene che se non si procede a un taglio drastico dei consumi di energia e di beni nei prossimi anni, andremo incontro a una catastrofe globale. Ma solo il 32% degli intervistati accetterebbe di ridurre il riscaldamento a 19ºC.
Redazione ImpresaGreen
Sono stati resi noti i risultati dell'ultima Indagine annuale della BEI sul clima condotta nell’agosto 2022 e pubblicata oggi dalla Banca europea per gli investimenti (BEI). La BEI è il braccio finanziario dell’Unione europea e uno dei maggiori finanziatori multilaterali mondiali di progetti in campo climatico.
Dopo un anno impegnativo nel quale l'invasione russa dell'Ucraina ha innescato una crisi energetica ancora in atto e peggiorato la spirale inflazionistica in tutta Europa, a cui si sono aggiunte le ondate di caldo record e le siccità estive, gli italiani hanno acquisito una più viva consapevolezza dell'impatto dei cambiamenti climatici e dell’urgenza di agire per contrastarli.
Consapevolezza e urgenza per far fronte ai cambiamenti climatici
Se l'anno scorso, per gli italiani, il Covid-19 era la sfida più urgente da affrontare, oggi è la disoccupazione ad allarmarli di più, tanto da essere la preoccupazione principale per il 48% degli intervistati, rispetto al 26% nel resto dell’UE.
Subito dopo la disoccupazione, i cambiamenti climatici sono la seconda maggiore fonte di inquietudine, che sta pesando sempre di più (è la sfida numero uno per il 44% degli intervistati, una percentuale superiore di 5 punti rispetto a quella del 2021), in particolare per coloro che hanno 65 anni e oltre (53%, +10 punti rispetto al dato del 2021).
L’89% ritiene che, se non si procede a un taglio drastico dei consumi di energia e di beni nei prossimi anni, andremo incontro a una catastrofe globale. Allo stesso tempo, il 93% ritiene che l’azione del governo a tal proposito sia troppo lenta e solo il 32% pensa che l'Italia riuscirà a ridurre in modo sostanziale le proprie emissioni di carbonio entro il 2030.
Guerra in Ucraina e transizione verde
Tre quarti degli italiani (77%) affermano che la guerra in Ucraina e le sue conseguenze sul prezzo dell’energia, petrolio e gas dovrebbero contribuire a stimolare in modo più deciso la transizione verde (+11 punti rispetto al 66% della media europea). Alla domanda di elencare le priorità energetiche in ordine di importanza, gli italiani hanno risposto di aspettarsi che il governo dia priorità allo sviluppo delle energie rinnovabili (55%) prima di concentrarsi sulla diversificazione degli approvvigionamenti energetici per evitare l’eccessiva dipendenza da un singolo fornitore (29%).
Affrontare i cambiamenti climatici e il caro energia
Per ridurre il consumo energetico la priorità degli italiani è quella di indicizzare i prezzi dell'energia secondo il livello dei consumi per famiglia (71%). Sono favorevoli anche a tassare pesantemente le fonti di consumo energetico altamente inquinanti come i veicoli SUV e il trasporto aereo (66%).
Se si dovesse abbassare la temperatura interna di casa nei prossimi mesi invernali, il 32% degli intervistati accetterebbe di ridurla a 19ºC, (percentuale inferiore di 15 punti rispetto a quella francese, ma superiore di 5 punti rispetto a quella tedesca, secondo cui il 47% dei francesi e il 27% dei tedeschi accetterebbero di farlo). Allo stesso tempo, tuttavia, il 25% degli italiani afferma di non potersi permettere di riscaldare la propria casa in modo adeguato.
Infine, riguardo a come risolvere il problema del caro energia, gli italiani ritengono che nel breve periodo il governo dovrebbe ridurre le imposte connesse all'energia (38%). Altre misure piacciono meno, come ad esempio la fissazione di un tetto o la regolamentazione del prezzo del gas, del petrolio e del carbone (28%), oppure la distribuzione di voucher energetici (11%).
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