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Sicurezza energetica, CIC e CIB: nel 2030 circa 8 miliardi di m3 di biometano da scarti agricoli

"La pubblicazione del Decreto biometano in Gazzetta ufficiale è un primo passo per l'avvio di nuovi investimenti nel settore primario" ha dichiarato Piero Gattoni, Presidente del CIB.

Redazione ImpresaGreen

L’attuale crisi geopolitica ha messo in evidenza la dipendenza dell’Italia da materie prime ed energia e di conseguenza la necessità di incentivare la diffusione di gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio come il biometano e il biogas, da produrre “in house” sul territorio italiano. La traiettoria delineata dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) si è ora tradotta nel Decreto biometano, di recente pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, con il quale si allocano gli 1,7 miliardi di euro di investimenti riservati al settore dal Piano per favorire la realizzazione di nuovi impianti e la riconversione degli impianti di biogas esistenti.

A fare il punto sono stati il CIB - Consorzio Italiano Biogas e il CIC - Consorzio Italiano Compostatori, promotori della Piattaforma Tecnologica Nazionale del Biometano, nel corso dell’incontro “Forum Biometano - PNRR: Il biometano quale vettore di decarbonizzazione e sicurezza energetica” che si è svolto oggi ad Ecomondo, presso la Fiera di Rimini.

Grazie alla digestione anaerobica si può sviluppare un circuito virtuoso di economia circolare che, attraverso la valorizzazione dei sottoprodotti di origine agricola e della frazione organica proveniente dalla raccolta differenziata, attiva sinergie tra diverse filiere produttive: lo scarto di una filiera diventa una risorsa per altre e permette di produrre un gas rinnovabile, utilizzabile sia per l’immissione in rete che per l’autotrazione, riducendo il ricorso alle fonti fossili.

Dal 2017, anno in cui il primo impianto associato al CIC ha immesso i primi metri cubi di biometano in rete, la situazione è andata evolvendosi rapidamente. Secondo le stime del CIC, già oggi vengono immessi in rete 130 milioni di metri cubi di biometano e biogas ottenuto da Forsu (Frazione Organica del Rifiuto Solido Urbano). Sono in corso di realizzazione e avviamento impianti che porteranno il percorso di produzione nazionale di biometano a partire da rifiuti organici fino a 300 milioni di m3 al 2025 e a traguardare la soglia di 1 miliardo di m3 come potenzialità massima al 2030. Tra realizzazioni ex novo e soprattutto ammodernamenti, sono infatti pronti a diventare operativi più di 50 impianti di produzione di compost e biometano da frazione organica proveniente dalle raccolte differenziate.

A questi si aggiungono i dati del biometano e biogas ottenuto in agricoltura. Secondo il CIB il settore del biogas agricolo con più di 1700 impianti di biogas sul territorio nazionale rappresenta oggi circa l’88% del totale, con una potenza installata di 1014 MW. Grazie all’implementazione delle misure del PNRR dedicate al settore, si stima entro il 2026 una produzione di oltre 4 miliardi di mc di biometano agricolo, pari a circa il 30% del totale forniture di gas naturale che viene importato dalla Russia. Ma volgendo lo sguardo al 2030 il potenziale identificato dal CIB è ancora più ampio. Si parla di circa 6,5 miliardi di mc per il solo biometano agricolo.

L’Italia, già secondo Paese in Europa per produzione di biogas e tra i principali al mondo, con un adeguato sistema legislativo a supporto potrebbe quindi raggiungere - in totale - una produzione di circa 8 miliardi di m3 di biometano al 2030. Per raggiungere questo ambizioso obiettivo, il Decreto biometano rappresenta una prima importante misura. Serve ora attendere il provvedimento contenente le procedure applicative del Decreto biometano: un documento fondamentale che darà i dettagli sui bandi per poter accedere ai nuovi meccanismi.

In un momento di crisi energetica come quello attuale è più che mai necessario trovare alternative, ma ancora più importante valorizzare le fonti che già abbiamo e gli impianti in funzione o che aspettano solo di essere riconvertiti. Il biometano rappresenta il futuro sotto tanti aspetti, nonché un’occasione per favorire la decarbonizzazione e incrementare la sicurezza energetica nazionale. Per questo auspichiamo che la scelta di investire su questo biocarburante non sia soltanto una risposta momentanea dovuta alla crisi energetica, ma diventi un punto di partenza per valorizzare le potenzialità produttive della filiera del rifiuto domestico e agricolo, per creare un sistema ‘win-win’ che produca energia dagli scarti organici”, sottolinea Massimo Centemero, Direttore del CIC.



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Pubblicato il: 14/11/2022

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