Il progetto è esteso a tutti i 53 negozi sul territorio italiano e in due anni di collaborazione sono state portate a termine 3.900 donazioni a 173 associazioni, per un totale di oltre 348.000 kg di materiale.
Redazione ImpresaGreen
Grazie alla legge “anti-spreco”, sono sempre di più le aziende italiane che decidono di donare prodotti invenduti ed eccedenze di magazzino agli enti non-profit, contribuendo nella lotta allo spreco all’insegna di una strategia aziendale basata su sostenibilità e solidarietà.
Oggi il progetto è attivo ed esteso a 53 store Leroy Merlin in tutta Italia. Ogni punto vendita può caricare autonomamente sulla piattaforma le referenze da donare, che potranno essere prenotate non solo dalle associazioni iscritte in piattaforma Regusto attive nei territori vicini al punto vendita, ma da tutte quelle presenti sul territorio italiano, con la possibilità di accordarsi sul ritiro o spedizione. Ogni donazione è tracciata attraverso tecnologia blockchain, rendendo disponibili report, statistiche e indici di impatto ambientale, come le emissioni di CO2, lo spreco di acqua e il consumo di suolo evitati. Dall’inizio della partnership a maggio 2021 sono state effettuate oltre 3.900 donazioni a 173 associazioni per un totale di oltre 348mila kg di materiale, contribuendo a un risparmio di CO2 stimabile in più di 345mila kg. Il 53% delle donazioni ha riguardato materiali per l’edilizia e l’arredamento, mentre il 24% ha interessato prodotti per la casa.
Oggi Regusto è un punto di riferimento in Italia per la lotta allo spreco: la piattaforma e l’ecosistema a essa connesso rappresenta la più grande rete di questo genere in Italia con oltre 520 aziende (food e non) e oltre 800 enti non-profit. Ogni mese all’interno della piattaforma vengono donate e vendute oltre 200 tonnellate di beni alimentari e non. Il contatore di Regusto stima oltre 7000 tonnellate di prodotti recuperati, per un totale di 11 milioni di pasti distribuiti, la riduzione di 9mila tonnellate di CO2 e il risparmio di 11 milioni di m3 di acqua e di 21 milioni di m2 di suolo grazie al fatto che il prodotto viene recuperato, evitandone così lo smaltimento.
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