Con un costo di 12 miliardi di euro l’anno, il trasporto pubblico locale italiano si sostiene grazie a 8 miliardi di fondi pubblici e 4 miliardi di ricavi ottenuti dalla vendita dei titoli di viaggio, evidenziando la necessità di ripensare i modelli di integrazione del servizio.
L’attuale manovra finanziaria (Legge di Bilancio 2025 e in discussione per il 2026) sta affrontando il nodo cruciale del finanziamento del Trasporto Pubblico Locale (TPL), con Regioni e associazioni di settore che chiedono un intervento strutturale a supporto della mobilità di massa e sostenibile che rischia tagli molto gravi.
Secondo le stime elaborate da Jojob Real Time Carpooling - servizio di carpooling per pendolari nato con l'obiettivo di agevolare gli spostamenti quotidiani - destinare al carpooling territoriale appena lo 0,2% degli 8 miliardi di euro di investimenti pubblici annui del TPL, pari a circa 16 milioni di euro, consentirebbe di creare un cuscinetto in grado di assorbire parte dei tagli stessi, attivando un vero e proprio trasporto pubblico integrativo e senza bisogno di nuove infrastrutture.
Questa quota estremamente contenuta di risorse permetterebbe infatti di realizzare fino a 16 milioni di viaggi grazie alla condivisione di mezzi privati, togliere fino a 16 milioni di auto dalle strade e generare circa 32 milioni di euro di risparmio sui costi di viaggio sostenuti dagli automobilisti. Un risultato che equivale, nei fatti, a introdurre una forma di trasporto pubblico gratuito senza aumentare la spesa complessiva del sistema e che eviterebbe inoltre emissioni in atmosfera fino a 59.000 t di CO₂.
Questo modello, già testato con successo in diverse città italiane come Torino, Firenze, Brescia e Lecce, si basa su un sistema di incentivi che trasforma il carpooling da scelta individuale a servizio di interesse collettivo: grazie agli incentivi aziendali e territoriali i viaggi dei passeggeri possono diventare gratuiti e compensare i costi di percorrenza per chi mette a disposizione il proprio veicolo. Un eventuale coinvolgimento pubblico consentirebbe di estendere ulteriormente le distanze coperte, rafforzando il ruolo del carpooling come strumento di connessione stabile tra aree periferiche, imprese e infrastrutture di mobilità.
A differenza di quanto avviene oggi in Italia, in Francia il carpooling è già stato riconosciuto come uno strumento strutturale delle politiche di mobilità sostenibile. Con la Loi d’Orientation des Mobilités (LOM) è stato introdotto un sistema nazionale di incentivazione che attribuisce un ruolo centrale alle aziende: il datore di lavoro può riconoscere ai dipendenti che utilizzano il carpooling per il tragitto casa-lavoro, insieme ad altre modalità di trasporto sostenibili, un contributo esentasse e decontribuito. Gli incentivi possono arrivare fino a 800 euro l’anno per i dipendenti del settore privato e fino a 300 euro l’anno per il settore pubblico, configurandosi come una misura stabile, nazionale e strutturale pensata per orientare i comportamenti di mobilità nel medio-lungo periodo. La Francia considera così il carpooling un vero pilastro della mobilità di massa, sostenendolo con un incentivo economico certo e fiscalmente vantaggioso. In Italia, al contrario, il carpooling non è ancora stato tradotto in una politica nazionale organica, ma resta affidato a interventi frammentati e sperimentali che non consentono di raggiungere una reale scala di impatto.
Ogni anno, il TPL italiano garantisce oltre 5 miliardi di spostamenti, coinvolgendo 117 mila addetti, ma è legato a una forte dipendenza dai finanziamenti pubblici: infatti, a fronte degli 8 miliardi di euro di investimenti statali annui, il ricavo ottenuto dalla vendita dei titoli di viaggio è di soli 4 miliardi di euro, per un costo complessivo di circa 12 miliardi l’anno. Il trasporto pubblico locale rappresenta senza dubbio una delle infrastrutture strategiche del sistema Paese ma, ad oggi, è anche uno dei settori dove emerge più chiaramente la distanza tra obiettivi dichiarati e strumenti messi in campo. Da anni il dibattito politico sulla mobilità ruota intorno alla necessità di nuove risorse, mentre resta più debole il confronto su come rendere più efficiente, integrato e condiviso l’utilizzo di quelle già disponibili.
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