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Terremoto Giappone, cresce di 1000 volte la radioattività

Il terremoto avvenuto in Giappone comincia a creare seri problemi all'ambiente. E' infatti cresciuto di mille volte oltre la soglia normale il livello di radioattività registrato nella centrale nucleare di Fukushima.

F. Merli

Il terremoto avvenuto in Giappone comincia a creare seri problemi all'ambiente. E' infatti cresciuto di mille volte oltre la soglia normale il livello di radioattività registrato nella centrale nucleare di Fukushima.
Lo dice la Bcc, citando l'agenzia Kyodo. Si tratta di una delle 11 centrali attive al momento della scossa che ha devastato le coste del Giappone, l'unica che non si era automaticamente spenta.
Intanto le autorità del Cile hanno aumentato ad allarme il sistema di allerta tsunami nell'isola di Pasqua, in mezzo al Pacifico, in vista dell'arrivo di un possibile maremoto.
Dunque, come previsto dagli esperti  una piccola ma pericolosa fuga radioattiva si è verificata nella centrale di Fukushima.
Lo ha confermato il ministro dell'Industria giapponese, citato alcune agenzie di stampa nipponiche. Le autorità si stanno preparando a rilasciare vapore radioattivo per fare abbassare la pressione salita troppo, ha precisato l'agenzia Kyodo.
In precedenza la stessa agenzia aveva detto che era aumentato il livello di radiazione all'interno dell'edificio che ospita la turbina dell'impianto nucleare, danneggiato nel terremoto.
Nelle scorse ore gli Stati Uniti hanno inviato in Giappone liquido di raffreddamento: lo ha reso noto il segretario di Stato Usa Hillary Clinton.
Queste ultime informazioni smentiscono  l'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (IAEA) che nel pomeriggio di ieri aveva reso noto di aver ricevuto informazioni dall'Agenzia per la Sicurezza Nuceare e Industriale (NISA) giapponese sul fatto che l'impianto di Fukushima Daiichi era stato chiuso.
Un incendio sarebbe invece scoppiato nella centrale di Onagawa: una volta domato il fuoco, anche questo impianto è stato chiuso, così come quelli di Fukushima-Daini e Tokai. In nessun caso sarebbero state rilevate fughe di radiazioni.

Secondo l'IAEA, dopo la prima, diastrosa scossa di magnituto 8,9 una seconda, più leggere ma ancora molto forte (6,5) avrebbe colpito il Giappone nelle immediate vicinanze dell'impanto nucleare di Tokai.
L'agenzia internazionale sta ancora investigando la situazione a Fukushima Daiichi e negli altri impianti e reattori di ricerca nel paese asiatico, così come per quanto riguarda le reti di fornitura di energia elettrica per l'alimentazione ed il raffreddamento degli impianti e dei reattori. Un raffreddamento continuo ed efficiente è fondamentale per la sicurezza degli impianti nucleari, anche dopo che questi sono stati chiusi.

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Pubblicato il: 11/03/2011

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