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Raccolta differenziata alluminio, in Italia oltre il 72%

Dai dati emersi dall'assemblea annuale di CiAl (Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Alluminio) è emerso che nel 2010 in Italia è stato riciclato il 72% di alluminio immesso sul mercato.

Redazione GreenCity

Con oltre il 72% di riciclo l'Italia si conferma leader in Europa per la raccolta differenziata e il recupero degli imballaggi in alluminio. Cresce del 20% la raccolta di alluminio al Sud.
Sono questi i dati che emergono dall'ultima assemblea annuale di CiAl, il Consorzio Nazionale per il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Alluminio, che si è tenuta a Milano il 29 aprile scorso. 
Nel 2010 oltre 46.500 tonnellate di imballaggi in alluminio, pari al 72% dell'immesso sul mercato, sono state riciclate e rese disponibili per nuovi utilizzi e applicazioni nei diversi comparti industriali, con evidenti benefici in termini economici, ambientali ed energetici. Dal punto di vista produttivo la crescita della quota di imballaggi è un segnale importante di ripresa economica, confermato anche dalla quantità complessiva di rottame di varie tipologie – 806mila tonnellate – trattato dalle fonderie italiane lo scorso anno e cresciuto, rispetto al 2009, di oltre il 18%.
Lo straordinario risultato di riciclo, ben al di sopra dell'obiettivo minimo stabilito per legge del 50%, assume connotati ancora più significativi se consideriamo la quota di imballaggio sottile, pari a 3.500 tonnellate, che, attraverso la termovalorizzazione dei rifiuti urbani, porta il recupero complessivo nel 2010 al 78% dell'immesso al consumo.
L'importante ruolo del Consorzio, per promuovere, affiancare e supportare Comuni ed Operatori nello sviluppo di sistemi efficienti ed efficaci di raccolta differenziata è evidente e ben noto. Sostegno e consolidamento dei sistemi e delle relazioni nei bacini più avanzati e supporto alle aree in emergenza ed emergenti hanno caratterizzato l'azione di CiAl nel 2010 con il duplice obiettivo di far crescere la raccolta sia in termini quantitativi che qualitativi cercando, al contempo, di ridurre sempre più il gap storico tra Nord e Sud Italia. 


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Pubblicato il: 04/05/2011

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